Chi era Niccolò Stenone, fondatore della paleontologia e vescovo

di Redazione, 10 marzo 2022

Anche se non è uno dei primi nomi di scienziati che viene in mente pensando al diciassettesimo secolo, quella di Niels Steensen, in italiano Niccolò Stenone, è stata una delle menti più brillanti e originali del suo tempo, negli anni di Keplero, Galilei, Newton, Cartesio e Pascal. Viene ricordato, tra le altre cose, come il fondatore della paleontologia, geologia e cristallografia. 

La vita di Niccolò Stenone

Stenone nacque il 1° gennaio 1638 a Copenhagen, in una famiglia luterana, e rimase orfano di padre all'età di 6 anni. A dieci anni fu avviato agli studi primari nella scuola di Notre Dame. Qui ricevette una buona educazione umanistica e letteraria, apprendendo anche nozioni di matematica e scienze naturali. A diciott'anni si iscrisse all'Università di Copenhagen, terminando i suoi studi in Olanda.

Si trasferì a Leida, dove conobbe Baruch Spinoza (1632-1677) e iniziò a riconsiderare le sue convinzioni religiose. Visse poi a Parigi e viaggiò lungo la Francia dove conobbe W. Croone, J. Ray e M. Lister, naturalisti inglesi interessati alla geologia, che saranno fondatori o membri della Royal Society. Nel 1666 si trasferì in Italia, luogo che segnerà grandi cambiamenti nella vita di Stenone: il 2 novembre 1667, dopo lunghe approfondite riflessioni, decise di abbracciare la fede cattolica. 

Continuò a studiare e viaggiare per l’Europa, avendo a che fare con le menti più innovative dell’epoca. A causa della sua conversione l’attività accademica pubblica in paesi protestanti, come il suo paese natale, la Danimarca, si ridusse notevolmente. Il 13 aprile del 1675, giorno di Pasqua, fu ordinato sacerdote. Il 26 settembre 1677, su richiesta del duca di Hannover Stenone fu nominato vescovo di Hannover; qui strinse relazione con G.W. Leibniz (1646-1716), bibliotecario dello stesso duca. Fu quindi inviato ad Amburgo come vicario apostolico per il Nord Europa. Chiamato a dirigere la piccola comunità cattolica di quella città, vi si trasferì. Qui trascorse l'ultimo anno di vita: morì il 25 novembre 1686 dopo dolorosa malattia.

Le scoperte scientifiche di Stenone

Appena ventiduenne Stenone scoprì il dotto parotideo (che da lui prende nome), e nel giro dei tre anni successivi compì una serie di importanti scoperte sulle ghiandole, da lui definite un «capolavoro del Creatore», che farà dire a H. Moe, storico della medicina: «rivoluziona le idee sulle ghiandole e ne fonda la scienza». A partire da questi studi rettifica alcune scoperte di Cartesio sulle lacrime e compie dei grandi passi in avanti nella classificazione delle ghiandole.

Stenone è il primo a fornire un’illustrazione dell'architettura muscolare del cuore, descrivendo anche le malformazioni anatomiche della tetralogia di Fallot, scoperta ufficialmente duecento anni dopo. 

Si occupò anche dell' organo riproduttivo femminile. Comparando gli organi sessuali di animali e di esseri umani, scopre che gli organi detti «testes muliebres» sono ovaie, destinate a produrre uova, trasportate nell'utero lungo le trombe uterine (tube di Falloppio). 

Stenone e la fondazione della paleontologia

In un suo famoso trattato, Elementorum Myologiae Specimen, Stenone, a partire dalla dissezione di una testa di squalo, trova una somiglianza tra denti di squalo con le glossopietre, oggetti duri di forma triangolare presenti in certi terreni, in particolare a Malta, arrivando ad una corretta interpretazione della natura dei fossili, resti di animali marini vissuti in epoche precedenti. Per questo Stenone è considerato il fondatore della paleontologia. «I princìpi della ricerca così eccellentemente stabiliti da Stenone nel 1669 sono quelli che sin da allora, consciamente o inconsciamente, hanno guidato le ricerche in paleontologia» (T. Huxley, The Rise and Progress of Paleontology, 1881, cit. in Poulsen et al., 1986, p. 187).

Stenone e la fondazione della geologia e cristallografia

Nel suo periodo italiano Stenone si appassiona di esplorazione di caverne e di montagne. Questa passione lo porta a un rivoluzionario trattato in cui enuncia i princìpi della geologia stratigrafica tuttora validi (il principio della sovrapposizione degli strati; della orizzontalità iniziale e della continuità laterale) e pone così le basi per la costruzione della scala del tempo geologico. Allo stesso tempo, dall’osservazione dei cristalli di quarzo e di ematite deduce la prima legge della cristallografia — la costanza degli angoli diedri — generalizzata nel 1783 da Romé de l'Isle. Propone il corretto meccanismo di crescita delle facce dei cristalli per strati e osserva il carattere anisotropo della crescita. Per questo è considerato anche fondatore della cristallografia. Lo storico contemporaneo, Gohau (1990), annota: «la geologia gli deve molto, anche se ci mise molto tempo per accorgersene, e non si sia finito di riconoscere il suo merito».

Fonte: https://disf.org/Niels-Steensen

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