Persecuzioni religiose: i cristiani i più colpiti

di Aiuto alla Chiesa che soffre, 28 ottobre 2019

I cristiani sono il gruppo religioso maggiormente perseguitato e l’asse del fondamentalismo islamista si è ormai spostato dal Medio Oriente all’Africa e all’Asia meridionale ed orientale. È quanto emerge dal nuovo studio sulla persecuzione anticristiana della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS): Perseguitati più che mai. Focus sulla persecuzione anticristiana tra il 2017 e il 2019 che esamina gli sviluppi più significativi nei 20 Paesi che destano maggiore preoccupazione a causa delle violazioni dei diritti umani subite dai cristiani, dal luglio 2017 ad oggi.

300 milioni di cristiani perseguitati in tutto il mondo

ACS denuncia come siano quasi 300 milioni i cristiani che vivono in terre di persecuzione. Nel periodo in esame, la situazione è tutt’altro che migliorata e la lista dei Paesi in cui i cristiani soffrono si arricchisce di nazioni quali Camerun, Burkina Faso e Sri Lanka.

Gli ultimi due rappresentano per il direttore di ACS, Alessandro Monteduro, gli esempi più drammatici di questo mutato scenario della persecuzione anticristiana che trova nuove forme e nuove territori anche in virtù dell’inadeguatezza delle strategie finora messe in campo. «Il focus ACS dimostra purtroppo che la sola risposta militare non è sufficiente – ha affermato Monteduro – Dal 2017 infatti, dalla sconfitta di Isis nel nord dell’Iraq e in gran parte della Siria, abbiamo assistito alla migrazione del terrorismo in altre aree del mondo, innanzitutto in Africa e in Asia meridionale e orientale. I 20 Paesi che Aiuto alla Chiesa che Soffre evidenzia come territori nei quali le minoranze cristiane soffrono la persecuzione ospitano 4 miliardi di persone».

Migliorano le relazioni diplomatiche ma non le persecuzioni

Anche le migliorate relazioni diplomatiche tra i capi delle nazioni occidentali e i loro omologhi di regimi come quelli della Corea del Nord o della Cina non devono far pensare a miglioramenti delle condizioni dei cristiani in tali aree, come notato nel suo intervento da Alfredo Mantovano, presidente di ACS-Italia. «Non dobbiamo illuderci che all’eventuale riduzione delle reciproche dotazioni di armamenti, o ai trattati di cooperazione economica corrisponda, all’interno dei confini, un allentamento della persecuzione religiosa. La “via della seta” sarà pure percorsa con più facilità dalle merci e dal denaro, ma mentre Paesi come l’Italia sottoscrivono i relativi accordi, nel sub-continente cinese vi è una ulteriore stretta per le manifestazioni della fede in pubblico (talora anche in privato), che non siano controllate dalle strutture del Partito».

È in Asia meridionale e orientale che nel periodo in esame si sono verificati gli attacchi anticristiani più eclatanti, in primis quelli avvenuti in Sri Lanka nel giorno di Pasqua che sono costati la vita a 258 persone. 

I cristiani perseguitati in Africa

La ricerca ACS denuncia al tempo stesso la drammatica situazione in Africa, dove negli ultimi anni sempre più formazioni jihadiste hanno colpito i cristiani in sempre più Paesi. Nell’ambito delle violenze anticristiane è alto il prezzo pagato da sacerdoti e religiosi. Infatti, dei 18 sacerdoti e una suora uccisi nel mondo nel 2019, ben 15 sono stati assassinati in Africa, di cui 3 in Burkina Faso. In quest’ultima nazione, ha testimoniato il sacerdote burkinabé don Roger Kologo, «è in atto una vera e propria caccia ai cristiani, i quali vengono colpiti durante processioni ed espressioni della loro fede e perfino raggiunti nelle loro case e giustiziati. Dall’inizio dell’anno sono più di sessanta i fedeli uccisi».

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