Il punto sulla libertà religiosa dopo gli attentati in Sri Lanka

di Francesco D'Ugo, 23 aprile 2019

Gli attentati in Sri Lanka

310 morti e 500 feriti, è il bilancio delle vittime degli attacchi, che domenica 21 aprile hanno scosso la città di Colombo, Negombo e Batticaloa in Sri Lanka. Si è trattato di attacchi kamikaze con esplosivo che hanno preso di mira diverse chiese cristiane e anche degli alberghi, proprio nel giorno di Pasqua.

Ma non è la prima volta che a Pasqua si verificano eventi del genere. Gli episodi più recenti risalgono al 2016 in Pakistan e nel 2017 in Egitto, quando prima per mano di un terrorista talebano e poi da parte dell’Isis sono state colpite comunità cristiane locali riunite in preghiera.

Alla luce di questi tragici eventi, facciamo il punto sulla libertà religiosa nel mondo, evidenziando dove è meno rispettata.

Libertà religiosa: dove è violata

A questo proposito ci serviremo dell’ultimo rapporto sulla libertà religiosa emesso dall’ACS (Aiuto alla Chiesa che soffre).

Secondo il rapporto, sono 300 milioni (uno ogni 7) i cristiani a vivere in terre in cui il cristianesimo è perseguitato. In particolare i paesi in cui si sono registrate le violazioni gravi sono ben 38.

ACS divide le violazioni di libertà religiosa in due tipi. Ci sono quelle di tipo persecutorio e quelle di tipo discriminatorio. I paesi in cui prevalgono quelle del primo tipo sono 21: Afghanistan, Arabia Saudita, Bangladesh, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea, India, Indonesia, Iraq, Libia, Niger, Nigeria, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan, Turkmenistan, Uzbekistan e Yemen; quelli in cui prevalgono quelle del secondo, invece sono 17: Algeria, Azerbaigian, Bhutan, Brunei, Egitto, Federazione Russa, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Maldive, Mauritania, Qatar, Tagikistan, Turchia, Ucraina e Vietnam.

Le violazioni di libertà religiosa, ovviamente, non colpiscono solo i cristiani, ma, sottolinea il documento, coinvolgono il 61% della popolazione mondiale. È questa la percentuale di popolazione che vive in Paesi in cui non questa non è rispettata la libertà religiosa. Inoltre vi è discriminazione nel 9% delle nazioni del mondo e persecuzione nell’11% degli Stati.

Fondamentalismo islamico

Un altro aspetto evidenziato dalla ricerca di ACS è come, nonostante il successo delle campagne militari contro ISIS ed altri gruppi iper-estremisti, la diffusione di altri movimenti militanti islamici in regioni dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia nons si è affatto fermata. Il fondamentalismo di matrice islamica è infatti presente in 22 Paesi, in cui vivono in totale un miliardo e 337 milioni di persone.

La libertà religiosa in Sri Lanka

All’interno del link che abbiamo fornito (a cui si può accedere anche da qui), è analizzata la situazione della libertà religiosa continente per continente e paese per paese. Nella sezione che riguarda lo Sri Lanka, nello specifico, si può leggere come il paese sia da lungo tempo diviso tra due etnie, la maggioranza singalese e la minoranza tamil. I primi sono per lo più buddisti (che sono il  68,4% della popolazione), mentre i secondi indù (13,2%). Negli anni sono stati diversi gli episodi di violenza nei confronti della minoranza. In tutto questo anche la comunità dei cristiani costituisce una minoranza (sono il 9,1% della popolazione) e, come viene riportato da ACS, non di rado è rimasta vittima di episodi violenti. Ad esempio, nel 2016 sono stati 89 gli incidenti contro i cristiani e nei primi cinque mesi del 2017, invece sono stati 36. Questi episodi hanno riguardato: la negazione del diritto dei cristiani di seppellire i propri defunti nei cimiteri pubblici, la demolizione e la chiusura di alcune chiese, aggressioni fisiche e minacce di morte ai danni di singoli individui. In ultimo, come ci è stato reso noto negli ultimi giorni, anche di attentati terroristici.

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