La posizione dell'India contro la maternità surrogata

di Chiara De Marchi, 22 febbraio 2022

Lo scorso gennaio il governo indiano ha ufficialmente preso posizione contro la maternità surrogata commerciale e la vendita di sperma e ovuli promulgando due leggi sulla maternità surrogata e sulla tecnologia riproduttiva assistita (ART).

Mercatornet ha riportato alcuni estratti di un'intervista a questo riguardo a Pinki Virani, giornalista, scrittrice e attivista indiana. Il suo quinto libro dal titolo Politics of the Womb: The Perils of IVF, Surrogacy & Modified Babies ha contribuito all'elaborazione di queste leggi.

I titoli ufficiali delle leggi promulgate sono Surrogacy (Regulation) Act e Assisted Reproductive Technology (Regulation) Act; entrambe introducono una regolamentazione che prima non esisteva.

La Surrogacy (Regulation) Act proibisce la maternità surrogata commerciale, punisce qualunque persona cerchi di procurarsi una donna per questo fine e permette la maternità surrogata altruistica (ovvero quella che in teoria non prevede scambio di denaro o cure pagate) solo una volta da una donna che ha già avuto un proprio figlio biologico, che non userà il proprio ovulo e che si trovi nella fascia di età appropriata dai 25 ai 35 anni. Inoltre, prevede che le cure mediche e l'assicurazione continuino dopo la nascita del bambino, poiché sono ormai note le complicazioni per la salute della madre surrogata, tra cui il cancro e la morte.

L’Assisted Reproductive Technology (Regulation) Act, invece, riconosce e tiene conto dell’aspetto bioetico che bisogna necessariamente trattare quando si parla di riproduzione umana artificiale/assistita - che si tratti di maternità surrogata o vendita di sperma e ovuli. Grazie a questa legge ne è stata vietata la vendita.

Con queste leggi il governo indiano ha attuato una vera e propria inversione di tendenza, considerando che lo stesso paese vent’anni fa ha aperto le porte al mercato internazionale della maternità surrogata. Già 10 anni fa si parlava di boom di utero in affitto in India. Pinki Virani durante l’intervista ha affermato che la motivazione dietro a questo cambiamento di rotta consiste nella presa di consapevolezza, da parte dei politici al governo, di quanto fosse diventato impossibile evitare di vedere i crimini commessi sulle donne: il mercato della maternità surrogata era diventato a tutti gli effetti un bazar di corpi femminili e bambini. L’attivista ha concluso l'intervento sottolineando la necessità che l'Organizzazione Mondiale della Sanità chieda un divieto mondiale della maternità surrogata commerciale e augurandosi che l’esempio dell’India venga presto seguito dagli altri leader politici.

 

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