Etica e ingegneria genetica: la moratoria internazionale degli scienziati

di Gianluigi Marsibilio, 27 aprile 2015

Il 12 e il 19 marzo due gruppi di scienziati hanno chiesto di porre un limite alle loro stesse ricerche con due appelli su Nature e Science. "Crispr è una tecnica troppo flessibile e semplice. Serve una discussione sulle sue implicazioni etiche" spiega Jennifer Doudna, la scienziata di Berkeley coinventrice del metodo, “non si dovrà tentare di modificare la linea germinale degli uomini”  perchè gli “gli uomini non sono animali di laboratorio”. Da qui  è partita una richiesta di moratoria internazionale degli stessi scienziati contro l'uso di questo nuovo metodo sugli esseri umani

E’ la sfida della biotecnologia: tagliare ed incollare “pezzi” di geni dal Dna di qualunque organismo. Il nome di questa nuova tecnica è “clustered regularly interspaced short palindromic repeats” o più semplicemente Crispr. Più banalmente "editing genetico". Se il Crispr permette  dunque di agire direttamente sulle cellule del Dna correggendo quelle “errate” causa di malattie genetiche senza speranza, l’altra faccia della medaglia potrebbe essere che si potrebbe usare un giorno per “plasmare” le caratteristiche dell’embrione  ottenuto con la fecondazione in vitro, agendo su questo infatti si potrebbero introdurre le caratteristiche desiderate per il futuro nascituro e dunque si sfocerebbe in qualcosa di “inumano” e distorcere, nel panorama più apocalittico, le caratteristiche del genere umano ad esempio agendo sulla forza, la bellezza, l’intelligenza ecc.. Essa dunque diventerebbe una sorta di “chirurgia estetica” del Dna, agendo sul patrimonio genetico umano.

Ad accompagnare Jennifer Doudna sulle colonne della prestigiosa rivista scientifica sono stati  affermati dottori e accademici come David Baltimore (premio Nobel per la medicina nel 1975) , Paul Berg (premio Nobel per la chimica 1980) e tanti altri, che sostengono la battaglia della scienziata statunitense per una serie di motivi che vengono spiegati in dettaglio nel documento, come ad esempio la pericolosità di modificare involontariamente e in modo permanente i geni di chi usufruisce di questa tecnica.

All'inizio del dossier gli studiosi tengono a precisare: questa loro decisione è frutto di un'attenta analisi medica, etica e legale che ha portato a dire alla stessa Doudna che ''bisogna approfondire'' prima di partire con l'uso medico dell'editing genetico. Certamente  la ricercatrice non vuole rinunciare al suo metodo dato che  in futuro potrebbe contribuire a trovare una soluzione a una gran quantità di malattie genetiche ancora senza cura.

David Baltimore ha precisato che  ''con questa tecnica si potrebbe esercitare una forma di controllo sull'essere umano '' ed è per questo che secondo tutti gli scienziati firmatari, le implicazioni andrebbero approfondite ulteriormente, prima di passare ad un uso medico di questa tecnica.

Il metodo è chiamato con l'acronimo Crisp-cas9 e permette ai ricercatori di guidare il sistema immunitario a distruggere le sequenze del genoma che presentano dei problemi e andarli a sostituire con parti nuove e apparentemente funzionanti. Purtroppo però il dottor Baltimore afferma che , anche se la procedura può sembrare innocua e positiva, la sostituzione di un gene potrebbe portare a '' delle mutazioni non previste '' di cui il paziente stesso potrebbe non essere consapevole. 

Una moratoria del genere sembra aver un solo precedente storico: nel 1975, dopo la  conferenza di Asilomar che analizzò tutti i rischi riguardanti questo nuovo campo della medicina, fu redatta una moratoria contro l'uso dell'ingegneria genetica. Tra i firmatari di questi documenti compaiono ancora una volta Berg e Baltimore che sono stati due autentici pionieri nel settore.

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