Cosma, il Tabernacolo e il mito della terra piatta

di Darin Hayton, 25 marzo 2013

"Non siamo mica nel medioevo quando si credeva che la Terra fosse piatta". Abbiamo tutti ascoltato almeno una volta una frase simile. Come abbiamo spiegato qui non è vero che prima della scoperte delle Americhe si credeva che la Terra fosse piatta. Dante la descrive rotonda, l'iconografia la descrivere rotonda, Cristoforo Colombo stesso avvia il suo viaggio sapendola rotonda.

Allora perché questo luogo comune? Tutto nasce nell'alto medioevo quando una persona tentò disperatamente (e goffamente) di unire le conoscenze astronomiche dell'epoca con le sacre scritture in uno strano cortocircuito biblico-celeste.

Se il terrapiattismo fosse una religione ufficiale, potremmo dire che il suo capostipite e profeta sarebbe senza dubbio Cosma Indicopluestes. Darin Hayton, scrittore e storico della scienza, ha approfondito la questione sul proprio sito. La traduzione è nostra.


Il mito della terra piatta rimane una storia avvincente nonostante i continui sforzi degli storici che cercano di smontarla. Solitamente, questo mito unisce due narrazioni fantasiose: la prima, quella delle persone del medioevo che credevano che la terra fosse piatta; la seconda, quella di Cristoforo Colombo che ne avrebbe provato la circolarità.

La famosa biografia di Cristoforo Colombo scritta da Irving, “Storia della vita e viaggi di Cristoforo Colombo” (1828), rende parte di questa narrazione affascinante, mentre il libro di Andrew Dickson White, “Storia della lotta della scienza con la tecnologia nella cristianità” (1896) ha cementificato nella nostra coscienza collettiva la narrazione riguardante le persone del medioevo.

Di tanto in tanto è possibile trovare qualche autore medievale che argomenta a favore della terra piatta. Un esempio è Cosma Indicopluestes, un monaco giramondo bizantino del sesto secolo. Nella sua “Topografia Cristiana” il monaco attacca le idee pagane riguardanti la sfericità della terra e l’universo.

Nel libro secondo, “Le teorie cristiane riguardanti la forma e la posizione dell’intero mondo, le prove delle quali sono prese dalle Sacre Scritture” (e anche successivamente nel libro quarto), egli solleva quelle che pensava fossero le varie difficoltà filosofiche ed empiriche riguardo la concezione di una terra sferica posta al centro di un universo anch’esso sferico, per esempio:

  • Cosa manterrebbe la terra fissa e immobile al centro?

  • Perché, se le stelle fisse sono equidistanti dalla terra, poiché così devono essere se la terra è al centro della volta celeste, esse appaiono di misure differenti, e di varie tonalità di colore?

  • Perché alcune stelle sembrano più luminose e perciò più vicine di alcuni pianeti (per esempio Marte)?

  • Perché i pianeti procedono a volte verso lo zodiaco e altre volte tornano indietro?

  • Come possono essere reali gli epicicli se i cieli sono costituiti dal quinto elemento, che procede eternamente in un moto circolare?

Le sue obiezioni filosofiche ed empiriche non sono particolarmente persuasive. Ma ciò che rende le obiezioni di Cosma decisamente sospette agli occhi della modernità è la sua fede sfrenata nelle scritture. Il monaco non maschera il fatto che il suo obiettivo fosse utilizzare la scrittura per confutare le favole e le finzioni dei greci, principalmente i filosofi pagani greci.

Cosma non aiuta la propria causa quando sostiene che la terra abbia la forma di un parallelogramma, circondata da oceani lungo i quattro lati.

Un modello di terra ad opera di Cosma, preso da un’edizione del diciannovesimo secolo stampata dalla Hakluyt Society.Un modello di terra ad opera di Cosma, preso da un’edizione del diciannovesimo secolo stampata dalla Hakluyt Society.

Cosma poneva questo parallelogramma all’interno di un tabernacolo, che rifletteva la forma del cosmo. Secondo la lettura di Cosma, Mosè fu divinamente ispirato per la costruzione del tabernacolo poiché rispecchiava la forma del cosmo.

Cosma divenne il simbolo di un illuso mondo premoderno pieno di gente che credeva che la terra fosse piatta. Andrew Dickson White ha esaminato le idee di Cosma e lo ha ridicolizzato per essersi ingannato fino a questo punto:

Nel sesto secolo questo sviluppo è culminato in quello che non è niente di meno che un sistema dell’universo completo e dettagliato, con la pretesa che fosse basato sulle Scritture, e con autore il monaco egiziano Cosma Indicopleustes.

L’Egitto era un vero tesoro per quanto riguarda il pensiero teologico di varie religioni dell’antichità, e sembra che Cosma abbia spinto la Chiesa primitiva verso questa idea egiziana di costruzione del mondo, proprio come un altro ecclesiastico egiziano, Attanasio, spinse la Chiesa verso l’idea egiziana di un trio divino che governa il mondo.

Secondo Cosma, la terra è un parallelogramma, piatto e circondato dai quattro mari. Il viaggio per percorrerlo in lungo è di quattrocento giorni, in largo duecento. Ai confini esterni di questi quattro mari si erigono massicce mura che chiudono l’intera struttura e tengono in alto il firmamento o volta celeste, i cui estremi sono incollati alle mura. Queste mura racchiudono la terra e tutti i corpi celesti…

Niente può essere più toccante nella sua semplicità del riassunto del più importante ragionamento di Cosma. Egli afferma: “Abbiamo detto perciò con Isaia che tutto il cielo racchiuso nell’universo è una volta, con Giobbe che è unito alla terra e con Mosè affermiamo che la lunghezza della terra è maggiore della sua larghezza”.

Il trattato si chiude con estatiche affermazioni sul fatto che non solo Mosè e i profeti, ma anche gli angeli e gli apostoli concordano sulla verità della sua dottrina, e che nell’ultimo giorno Dio condannerà tutti quelli che non l’hanno accettata.

La critica di White trae beneficio dalla chiarezza del senno di poi e dalla condiscendenza che tale chiarezza trasmette. La teoria di Cosma era un bersaglio facile. Ma non ci sono prove che sia stata l'avanguardia di un movimento diffuso. Invece, White sembra aver riconosciuto che la teoria di Cosma fosse peculiare.

Un cosmo a forma di tabernacolo di Cosma preso da un’edizione del diciannovesimo secolo stampata dalla Hakluyt Society.

Il suo obiettivo nella scrittura di “Topografia Cristiana” era confutare la credenza diffusa che la terra e il cielo fossero sferici. Le idee di Cosma non sembrano aver guadagnato molta partecipazione nei secoli. Non si riscontra alcun reale interesse per queste idee se non alla fine del diciassettesimo secolo o all’inizio del diciottesimo, e poi di nuovo nel diciannovesimo.

Così David Lindberg respinge Cosma:

Cosma non fu particolarmente influente a Bisanzio, ma è importante per noi perchè è stato comunemente usato per rafforzare l'idea che tutti (o la maggior parte) delle persone del medioevo credevano che la terra fosse piatta.

Quest’idea è completamente falsa. Cosma è, in realtà, l’unico medievale europeo conosciuto ad aver difeso la cosmologia della terra piatta, mentre è molto più sensato dare per scontato che tutti gli europei occidentali istruiti (e quasi il cento per cento dei bizantini istruiti), così come marinai e viaggiatori, credessero nella sfericità della terra (David Lindberg, The Beginnings of Western Science, Chicago, 161).

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