Cosa fa la Chiesa per combattere il Coronavirus?

di Raffaele Buscemi e Tommaso Cardinale, 01/04/2020

Come in ogni emergenza nazionale o mondiale, anche per il Coronavirus c’è sempre qualcuno che si domanda “e la Chiesa cosa fa?”. La risposta è arrivata sin dai primi giorni dell’emergenza. In questo articolo vediamo che cosa sta facendo la chiesa per combattere l’emergenza Coronavirus.

All'inizio dell'emergenza papa Francesco con un intervento diretto tramite il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ha donato 100mila euro alla Caritas Italiana per far fronte al diffondersi del Coronavirus. Il 26 marzo, il Papa ha affidato 30 respiratori acquistati dalla Santa Sede all'Elemosineria Apostolica, incaricandola di individuare le strutture ospedaliere che più ne hanno bisogno per combattere il Coronavirus. Il 3 aprile ha donato 60mila euro all’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo

Il 13 marzo la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha donato 10 milioni di euro per i più bisognosi alle Caritas diocesane per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, mentre poche ore prima aveva stanziato 500mila euro in favore della Fondazione Banco Alimentare Onlus. Il 24 marzo, la CEI ha disposto un nuovo stanziamento di 3 milioni di euro presi dall'8xmille in favore di alcuni ospedali impegnati nella lotta al coronavirus. Il 30 marzo, invece, ha messo a disposizione degli ospedali altri 3 milioni, sempre presi dall'8xmille.

La Caritas si occupa di aiuto ai più bisognosi e alle famiglie in difficoltà, che logicamente in questi giorni di emergenza sanitaria si trovano in situazioni di disagio sempre più grave: per esempio, senza fissa dimora che non hanno più persone a cui chiedere l’elemosina, famiglie che vivono di lavoro in nero che non possono più sostenere alcuna spesa o anziani soli che hanno difficoltà a svolgere le attività più semplici.

Le 220 Caritas diocesane italiane anche grazie ai 10 milioni donati dalla CEI potranno individuare gli interventi più urgenti mettendo in campo misure di sostegno come: aiuti economici per famiglie già in situazioni di disagio, acquisto di generi di prima necessità per famiglie e persone in difficoltà, attività di ascolto destinate ad anziani soli e persone fragili, mantenimento dei servizi minimi per le persone in situazione di povertà estrema (mense con servizio da asporto, dormitori protetti). Ecco le parole del direttore della Caritas Italiana, don Francesco Soddu:

“Questo stanziamento straordinario della CEI si pone per le Caritas diocesane come un segno concreto di speranza e conforto”. 

Queste donazioni si aggiungono all’impegno ordinario della Chiesa Italiana in favore dei più bisognosi: nel 2018 (ultimo anno rendicontato) la Chiesa ha investito 190 milioni di euro per le opere caritative nazionali e territoriali.

Alla fine della fase 2 dell'emergenza, la CEI ha stanziato un totale di 224,9 milioni di euro per combattere i danni della pandemia, in aggiunta ai soldi che ogni anno vengono stanziati per le opere di carità (per esempio, nel 2019 sono stati stanziati per questo fine 285 milioni di euro).

Cosa fa la Chiesa oltre a donare soldi

Ma quando ci si chiede cosa fa la Chiesa per combattere il Coronavirus le risposte vanno anche al di là delle donazioni economiche.

Una nota della Caritas Italiana del 4 aprile 2020 ha reso note quali sono, al momento (l'elenco è in continuo aggiornamento), le Diocesi italiane che hanno messo a disposizione strutture edilizie per personale sanitario, persone in quarantena e senza fissa dimora. 

33 Diocesi hanno messo a disposizione della Protezione Civile e del Sistema Sanitario Nazionale 46 strutture per oltre 1.200 posti23 Diocesi hanno impegnato oltre 28 strutture per più di 500 posti nell’accoglienza di persone in quarantena e/o dimesse dagli ospedali. Infine 27 Diocesi hanno messo a disposizione più di 32 strutture per oltre 600 posti per l’accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria che tiene conto delle misure di sicurezza indicate dai Decreti del Governo.

Un esempio viene dalle diocesi di Rimini e Asti che hanno messo a disposizione i propri spazi in favore di chi non ha una casa per vivere la quarantena, e di Bergamo dove le stanze del seminario sono a disposizione per il personale sanitario. Inoltre il Columbus, distaccamento dell'ospedale cattolico Policlinico Gemelli, ha messo a disposizione i propri spazi e il proprio personale medico su richiesta della Regione Lazio, diventando il secondo ospedale Covid di Roma, dopo lo Spallanzani. 

sacerdoti morti per il Coronavirus, in molti casi contratto amministrando i sacramenti e sostenendo i malati, finora sono 121.

Se ti è piaciuto l'articolo condividilo su Facebook e Twitter, sostieni Documentazione.info. Conosci il nostro servizio di Whatsapp e Telegram?