
In Italia al 2021 sono meno del 30% i giovani laureati tra i 25 e i 34 anni. Questo è quanto emerge dai dati ISTAT sui livelli di istruzione. Nonostante una crescita in numeri assoluti che è costante da sessant’anni ad oggi, in percentuale l’Italia ha meno laureati giovani di Colombia e Costa Rica, mentre i laureati della fascia di età 25-64 anni sono il 20% della popolazione, ben 12% in meno della media europea, e quasi il 20% in meno di Germania e Spagna.
Fonte: ISTAT
Oggi solo la metà dei diplomati in Italia desidera proseguire gli studi universitari, nonostante il tasso di occupazione dei laureati sia più alto di 11,8 punti rispetto a chi è solo diplomato (82,1% contro 70,3%). In questo grafico elaborato da “Il Sole 24 Ore” si può vedere come le proiezioni delle iscrizioni all’università non miglioreranno secondo i dati in nostro possesso oggi. L’ipotesi è che nei prossimi 20 anni i giovani disponibili a continuare gli studi dopo il diploma saranno sempre di meno.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Perché i laureati in Italia sono così pochi?
Come mai in Italia i laureati sono così pochi? Una delle cause più evidenti è quella della dispersione scolastica dopo il titolo di studio secondario inferiore (la fine delle scuole medie).
Nel 2021 in Italia la quota di 18-24enni che dopo le scuole medie non si sono inseriti in un percorso di istruzione o formazione è stimata al 12,7% (circa 517mila giovani). Solo la Spagna e la Romania hanno una dispersione scolastica superiore alla nostra, con rispettivamente il 13,3% e il 15,3%, mentre la media europea è del 9,7%.
Un’altra causa potrebbe essere la scansione temporale del nostro sistema di istruzione, che è invariata da circa 60 anni. Oggi in Italia le famiglie sono chiamate a compiere una scelta per i figli di 13-14 anni che avrà conseguenze per i 5 anni successivi, con il passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori. Ma, come rileva Francesco Billari sul Corriere della Sera, “molti Paesi, dalla Finlandia al Regno Unito, con una quota di laureati superiore al nostro hanno un sistema basato su una scuola secondaria unica fino a 16 anni”. Delle scuole medie più lunghe e varie permetterebbero una capacità di scelta degli studi superiori più commisurata alle qualità e gli interessi disciplinari degli studenti.
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