Le scuole paritarie in Italia

di Francesco D'Ugo, 22 aprile 2016

Secondo i dati del Miur, nell’anno scolastico 2014/2015 il 10,86% delle famiglie italiane ha scelto una scuola paritaria per i propri figli. 

Come si vede nella mappa, il numero di iscrizioni varia da regione a regione. La regione che conta più iscrizioni alle scuole paritarie è la Lombardia (17,22% degli alunni delle scuole), dove esistono 2.562 scuole non statali  (tra queste 1.778 scuole dell’infanzia, 242 elementari, 190 medie e 357 superiori), quella che ne conta meno è il Molise (3,7% degli alunni della regione). 

Dove il governo sostiene le famiglie che scelgono le scuole paritarie, il numero di iscrizioni è più alto. Per esempio in Lombardia, i finanziamenti statali alle paritarie sono aumentati da 472 milioni di euro a 497 milioni di euro per il 2016 e si permette di detrarre la retta dal reddito, fino a un massimo di 400 euro.

Ma perché lo Stato dovrebbe sostenere chi decide di iscrivere i propri figli a una scuola paritaria? Come abbiamo già notato qui e qui, sembra che la scuola paritaria costituisca un risparmio per lo Stato. Infatti allo Stato italiano, ne abbiamo parlato in questo articolo, ogni alunno di scuola paritaria ha un costo annuale che varia dai 600 euro nella scuola dell’infanzia e i 50 nella secondaria di secondo grado.  Mentre nelle scuole statali il costo di ogni singolo alunno si aggira intorno ai 6.635 euro. Dunque, l’esistenza delle scuole paritarie garantisce allo Stato un risparmio annuo di oltre 6 miliardi di euro.

Questo fatto è stato riconosciuto anche nel resto d’Europa. Ad esempio in Spagna lo Stato aiuta le famiglie che scelgono scuole non statali, frequentate dal 30% dei ragazzi spagnoli rendendole pressoché gratuite e abbattendo i costi da parte dell’amministrazione (la scuola paritaria costa intorno ai 2.771 euro per studente, mentre quella pubblica 6.567 euro). In Francia, invece, i genitori pagano solo i servizi extra e gli insegnanti sono pagati dallo Stato, come nella scuola statale, mentre agli enti locali è affidato il compito di coprire parte dei rimanenti costi: questo permette così ai singoli istituti di proporre rette opportune per i genitori. Il 17% degli studenti francesi frequenta scuole non statali e il costo annuale di ogni studente ammonta a circa 3.400 euro l’anno, contro i 4.600 euro della scuola statale.

Come mostrato nel grafico in basso, la grande maggioranza degli iscritti alle scuole paritarie sono bambini dell’asilo (63%), il resto sono suddivisi così: il 19% va alle elementari, solo il 6.5% alle medie e l’11,5% alle superiori.

In ultimo una chiarificazione: scuola paritaria non significa “privata”. Molte scuole paritarie, infatti, e soprattutto quelle dell’infanzia, sono gestite da enti pubblici come i Comuni. Non tutte le scuole “private”, poi, sono paritarie. Infine ,secondo la definizione del Miur, la paritaria è una scuola che, pur essendo gestita da privati, offre un servizio educativo equivalente a quello delle scuole statali e che per questo fornisce titoli di studio con valore legale. Le scuole paritarie, inoltre, differiscono dalle scuole private che preparano agli esami “da privatisti”.

 

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