Eutanasia di stato: l’altro genocidio del nazismo

di Redazione, 2 settembre 2021

Il genocidio ottenuto dal nazismo tramite l'eutanasia di stato ai danni di persone già ospedalizzate è un capitolo meno noto ma non per questo poco significativo delle politiche eugenetiche naziste
Il regime nazista mirava all’esclusione dalla comunità di persone ereditariamente “inadeguate”. Qualsiasi stato mentale o fisico di disabilità veniva visto dal nazismo come passabile di sterelizzazione, prima, ed eutanasia obbligatoria, poi.

Di fatto il “Programma eutanasia”, con il nome in codice T4 (in riferimento all’indirizzo dell’ufficio di coordinamento dell’operazione a Berlino, Tiergartenstrasse 4), fu la prova generale del genocidio ai danni degli ebrei.

La giustificazione ideologica portata avanti dai medici per la distruzione dell’”inadeguato” tramite l’eutanasia di stato era applicata anche ad altre categorie di “nemici biologici”, soprattutto gli ebrei e gli zingari di etnia rom. La sterilizzazione di massa, l’applicazione dell’eutanasia e la “Soluzione finale” sono tre aspetti della stessa “visione biomedica” nella quale si immaginava una società produttiva che fosse “pura” dal punto di vista della razza e della genetica, eliminando chi non era ritenuto adeguato a quella visione.

Il 14 luglio 1933 il governo tedesco istituì la “Legge per la prevenzione della prole con malattie ereditarie”. Questa legge obbligava alla sterilizzazione coloro che soffrivano di malattie considerate ereditarie, incluse malattie mentali, disturbi dell’apprendimento, deformità fisiche, epilessia, cecità, sordità, e alcolismo. Con il passaggio di questa legge il Terzo Reich rivelò la sua propaganda contro i disabili, parlando di “vite che non sono degne di essere vissute” o “inutili bocche da sfamare” e sottolineando il loro peso sulla società.

Sotto il nazismo l’eutanasia consisteva nell’uccisione di vite non ritenute più degne: malati psichiatrici e disabili fisici ospedalizzati. Le ceneri delle vittime cremate erano messe in una pila comune e divise casualmente in urne. L’urna veniva poi mandata a ogni famiglia della vittima, insieme a un certificato di morte con sopra riportata una finta causa del decesso. La morte improvvisa di migliaia di persone ospedalizzate, i cui certificati di morte riportavano cause e date stranamente simili, sollevò dei sospetti. Alla fine il Programma Eutanasia divenne un segreto noto a tutti. La Chiesa cattolica si schierò duramente contro le politiche eugenetiche del nazismo.

Il 18 agosto 1939 il Ministro dell’interno del Reich fece circolare un decreto che obbligava tutti i medici, le infermiere e le ostetriche a segnalare neonati e bambini sotto i tre anni che mostravano segni di qualsiasi disabilità mentale o fisica. All’inizio furono considerati solo bambini e infanti, ma nella fase finale del progetto vennero uccisi ragazzi fino ai 17 anni. Le stime suggeriscono che almeno cinquemila bambini con disabilità mentali o fisiche furono assassinati dal 1939 al 1945 per fame o tramite il dosaggio letale.

Fonte: United States Holocaust Memorial Museum

Se ti è piaciuto l'articolo condividilo su Facebook e Twitter, sostieni Documentazione.info. Conosci il nostro servizio di Whatsapp e Telegram?

 
Tags: