Adozioni gay: il no degli esperti

di Costanza Stagetti, aquaviva2000.com (2004)

Alcune ricerche sembrano indicare la “normalità” dell’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali. Ad un esame più attento, però, tali ricerche risultano carenti e un po’ “ideologiche”, mentre rimangono in piedi le motivazioni che inducono a ritenere dannoso per dei figli lo stile di vita omosessuale dei genitori.

Promiscuità omosessuale

Gli studi indicano che l'omosessuale maschio medio ha centinaia di partner sessuali nel corso della vita, uno stile di vita condiviso anche dai cosiddetti omosessuali impegnati e che non porta ad un'atmosfera sana per la crescita dei bambini.
A. P. Bell e M. S. Weinberg, nel loro studio sull'omosessualità maschile e femminile, hanno scoperto che il 43% dei maschi omosessuali bianchi aveva fatto sesso con almeno 500 partners, il 28% con almeno 1000.

Nel suo studio sul profilo sessuale di 2.583 anziani omosessuali pubblicato sul Journal of Sex Research, Paul Van de Ven ha rilevato che la maggioranza di essi aveva avuto un "numero di partner sessuali compreso tra 101 e 500." Inoltre, dal 10,2% al 15,7% di essi aveva avuto un numero di partner compreso tra 501 e 1000. Un ulteriore gruppo che andava sempre dal 10,2% al 15,7% aveva dichiarato di averne avuti più di mille.

Un' indagine condotta dalla rivista omosessuale Genre ha rilevato che il 24% degli intervistati aveva avuto nella vita più di 100 partners sessuali. La rivista notava che diversi intervistati ne avevano avuti più di mille.

Nel suo studio sull'omosessualità maschile in Western Sexuality: Practice and Precept in Past and Present Times, M. Pollak ha scoperto che "sono poche le relazioni omosessuali che durano più di 2 anni, inoltre numerosi uomini dichiarano di aver avuto centinaia di partner nel corso della vita".

Promiscuità nelle coppie omosessuali

Anche in quelle relazioni omosessuali in cui i partner si considerano impegnati in un'unione stabile, il termine "relazione impegnata" normalmente indica qualcosa di differente da quello che significa nel matrimonio eterosessuale.

In The Male Couple, gli autori David P. McWhirter e Andrew M. Mattison riportano che in uno studio di 156 maschi impegnati in relazioni la cui durata variava da 1 a 37 anni, solo 7 coppie avevano una relazione sessuale esclusiva, e questi uomini stavano insieme da meno di 5 anni. Per dirla in un altro modo, tutte le coppie la cui relazione durava da più di 5 anni avevano incluso qualche condizione per un'attività sessuale esterna alla coppia. La maggior parte di essi intendeva le relazioni sessuali esterne alla coppia come la norma e vedeva come un'oppressione l'adozione degli standard monogami.

In Male and Female Homosexuality, M. Saghir e E. Robins hanno rilevato che il maschio omosessuale medio vive in una relazione la cui durata è compresa fra 2 e 3 anni.

Nel suo studio sulle pratiche sessuali degli omosessuali anziani sul Journal of Sex Research, Paul Van de Ven ha scoperto che solo il 2,7% degli omosessuali ha avuto un solo partner sessuale nel corso della vita.

Coppie omosessuali e coppie eterosessuali a confronto

Per sgombrare il campo dall'illusione che esista qualche equivalenza fra le pratiche sessuali delle relazioni omosessuali e il matrimonio tradizionale, le statistiche riguardanti la fedeltà sessuale all'interno del matrimonio sono rivelatrici: In Sex in America, definito dal New York Times "Lo studio più importante del comportamento sessuale americano dopo il rapporto Kinsey," Robert T. Michael riporta che il 90% delle mogli e il 75% dei mariti dichiara di non aver mai fatto sesso all'infuori del matrimonio.

Un'indagine su 884 uomini e 1288 donne pubblicata su Journal of Sex Research ha rilevato che il 77% degli uomini sposati e l'88% delle donne sposate era rimasta fedele alle promesse matrimoniali.

Un'indagine telefonica condotta per Parade magazine su 1049 adulti selezionati per rappresentare le caratteristiche demografiche degli Stati Uniti ha scoperto che l'81% degli uomini sposati e l'85% delle donne sposate riferiva di non aver mai infranto le promesse matrimoniali. Se anche il tasso di fedeltà citato da questi studi è lontano dall'ideale, tuttavia c'è un'enorme differenza fra l'insignificante tasso di fedeltà rilevato tra gli omosessuali e il 75/90% indicato per le coppie sposate. Questo indica che perfino le relazioni omosessuali "impegnate" rivelano una fondamentale incapacità alla fedeltà e all'impegno che è assiomatica nell'istituzione del matrimonio.

Patologie collegate alle relazioni omosessuali

È noto che gli uomini omosessuali sono soggetti ad un'elevata incidenza di malattie sessualmente trasmesse. Quando l'AIDS fu osservato per la prima volta nel 1981 venne definito GRIDS (Gay Related Immunodeficiency Syndrome) poiché tutti i casi sembravano riguardare uomini gay. In seguito venne scoperto anche nei tossicodipendenti che si iniettano droga e in altri gruppi. Negli ultimi 20 anni sono stati spesi milioni di dollari per educare la comunità omosessuale a praticare il cosiddetto sesso sicuro prevedendo che l'HIV/AIDS avrebbe cessato di essere specificamente una malattia dei gay. Tuttavia questa previsione non si è avverata.

In Australia l'Annual Surveillance Report per l'HIV/AIDS del 2000 dichiara: «La trasmissione dell'HIV in Australia continua ad avvenire prevalentemente attraverso i contatti sessuali fra uomini. Approssimativamente l'85% di tutte le trasmissioni HIV in Australia avvengono attraverso questa via. Allo stesso modo, la maggior parte delle diagnosi di nuove infezioni HIV riguardavano uomini che avevano avuto contatti omosessuali».

Inoltre, l'HIV/AIDS report indica che «l'indagine periodica della comunità gay di Sydney che copre un arco di 6 mesi ha recentemente individuato un aumento nella proporzione di residenti che riportano sesso anale non protetto con partners casuali. La proporzione è andata aumentando dal  14% del febbraio 1996 al 28% dell' agosto 1997 e al 32% del 1999....il numero di uomini con gonorrea rettale è aumentato progressivamente dai 72 del 1997 ai 195 del 1999».

Malattie come l’Aids colpiscono più le lesbiche che le eterosessuali

Le lesbiche hanno problemi simili anche se meno pronunciati. Nell'anno 2000 sono state intervistate 1432 donne lesbiche che erano state ospiti di una clinica di Sydney per malattie sessualmente trasmesse tra il 1991 e il 1998. Le lesbiche furono messe a confronto con un gruppo di controllo eterosessuale.  Entrambi i gruppi vennero esaminati sulle infezioni sessualmente trasmesse quali clamidia, gonorrea, herpes genitale, papillomi e furono intervistati sulla loro storia sessuale.

La maggior parte delle lesbiche aveva avuto in passato relazioni sessuali con uomini. Solo il 7% di queste donne era stata esclusivamente lesbica per tutta la vita. Il 22% delle lesbiche contro l'11% delle eterosessuali era o era stata una prostituta e il 23% contro il 4% delle eterosessuali si era iniettata droghe. Le lesbiche avevano o avevano avuto anche più infezioni a trasmissione sessuale rispetto al gruppo di controllo eterosessuale e riportavano maggiore frequenza di rapporti sessuali con uomini omosessuali o bisessuali o con persone che si iniettavano droghe.

L’esclusività della relazione non esclude il rischio di contrarre malattie

Anche quelle relazioni omosessuali che vengono definite "monogame" non sono necessariamente esenti da tali rischi. La rivista AIDS ha riportato che gli uomini impegnati in relazioni stabili hanno rapporti anali e orali con maggior frequenza rispetto a quelli senza un partner fisso. Poiché il rapporto anale è collegabile a una moltitudine di infezioni batteriche e di malattie sessualmente trasmesse tra cui l'Aids, l'esclusività della relazione non riduce il rischio di contrarre tali malattie. Uno studio inglese pubblicato sullo stesso numero di AIDS  ha confermato questo dato avendo rilevato che la maggior parte degli atti sessuali a rischio fra gli omosessuali avvengono nelle relazioni stabili.

Effetti sulla vita dei bambini del modo di vivere omosessuale

Di estrema importanza sono gli effetti di un tale stile di vita sui bambini. Brad Hayton scrive: «gli omosessuali... presentano ai bambini una povera visione di matrimonio. I bambini imparano dall'esempio e credono che le relazioni coniugali abbiano carattere transitorio e prevalentemente sessuale. Le relazioni sessuali sono principalmente per il piacere piuttosto che per la procreazione. E imparano che la monogamia in un matrimonio non è la norma e dovrebbe essere scoraggiata se si vuole una buona relazione coniugale».

Violenza nelle relazioni omosessuali

Gli omosessuali, specialmente le lesbiche, hanno tassi più elevati di violenza domestica rispetto alle coppie eterosessuali. Susan Holt, coordinatrice dell'unità di violenza domestica del Los Angeles Gay and Lesbian Center, ha detto nel 1996 che «la violenza domestica è, dopo l'AIDS e l'abuso di droghe, il problema più grande che colpisce oggi la comunità omosessuale in termini di letalità».

Uno studio sul Journal of Interpersonal Violence ha esaminato il conflitto e la violenza nelle relazioni tra lesbiche. I ricercatori hanno trovato che il 90% delle lesbiche studiate era stato oggetto di uno o più atti di aggressione verbale da parte della partner nel corso dell'anno precedente allo studio, con il 31% che riportava uno o più casi di abuso fisico.

In un'indagine su 1099 lesbiche, il Journal of Social Service Research ha rilevato che «quasi più della metà delle lesbiche riportava di aver subito abusi da parte della partner. Le forme di abuso più frequentemente indicate erano abuso verbale/emotivo/psicologico e abuso fisico/psicologico».

Nel loro libro Men Who Beat the Men Who Love Them: Battered Gay Men and Domestic Violence, D. Island e P. Letellier  postulano che «l'incidenza della violenza domestica tra gli uomini gay sia quasi doppia rispetto alla popolazione eterosessuale».

Tasso di violenza all'interno del matrimonio

Un fatto poco noto è che le relazioni omosessuali sono molto più violente di quanto lo sono quelle coniugali tradizionali: The Bureau of Justice Statistics (U.S. Department of Justice) riporta che le donne sposate in famiglie tradizionali sperimentano il tasso più basso di violenza in confronto alle donne che vivono altri tipi di relazione.

Con ciò concorda uno studio del Medical Institute for Sexual Health: è da notare che la maggior parte degli studi sulla violenza famigliare non fanno distinzioni tra partner coniugato e non coniugato. Gli studi che fanno questa distinzione hanno scoperto che la relazione coniugale tende ad avere il minor tasso di violenza se confrontata con le convivenze.

Alta incidenza di problemi psicologici fra gli omosessuali

Un'indagine nazionale sulle lesbiche pubblicata sul Journal of Consulting and Clinical Psychology ha scoperto che il 75% delle quasi 2000 intevistate aveva cercato aiuto psicologico di qualche tipo, molte per trattamenti a lungo termine della depressione: nel campione preso in esame c'era un'alta prevalenza di comportamenti e circostanze della vita collegabili a problemi di salute mentali.  Il 37% aveva subito abusi fisici e il 32% era stata stuprata o molestata sessualmente. Il 19% era stata vittima di incesto. Almeno 1/3 usava tabacco quotidianamente e il 30% beveva alcool più di una volta a settimana; il 6% beveva quotidianamente. Una su 5 fumava marijuana più di una volta al mese. Il 21% del campione aveva pensieri suicidi, a volte o frequentemente, e il 18% aveva effettivamente cercato di togliersi la vita....Più della metà si era sentita qualche volta troppo nervosa per compiere le attività ordinarie nel corso dell'ultimo anno e più di 1/3 si era sentita depressa.

Abuso di droghe fra le lesbiche

Uno studio pubblicato su Nursing Research ha rilevato che le lesbiche sono 3 volte di più soggette all'abuso di alcool e ad altri comportamenti compulsivi: come la maggior parte degli alcolisti, 32 (91%) dei partecipanti aveva abusato di altre droghe oltre che dell'alcool, e molte riportavano comportamenti compulsivi con il cibo (34%), con la codipendenza (29%), con il sesso (11%) e il denaro (6%). Il 46% delle partecipanti era stata una forte bevitrice con frequenti ubriacature.

Rischio più elevato di suicidio

Uno studio sui gemelli che ha esaminato la relazione fra omosessualità e suicidio, pubblicato su Archives of General Psychiatry, ha scoperto che gli omosessuali con partner erano complessivamente a maggior rischio di problemi di salute mentale ed erano 6,5 volte più soggetti dei loro gemelli a tentativi di suicidio. Il tasso più alto non era attribuibile alla salute mentale o all'abuso di sostanze stupefacenti.

Un altro studio pubblicato simultaneamente su Archives of General Psychiatry ha seguito 1007 individui dalla nascita. Quelli classificati come gay, lesbiche o bisessuali erano significativamente più soggetti a problemi di salute mentale. D. Bailey, nei suoi commenti pubblicati sullo stesso numero della rivista,  prendeva le distanze da varie spiegazioni dei risultati, come quella secondo la quale «il diffuso pregiudizio contro le persone omosessuali è causa della loro infelicità o peggio della loro malattia mentale».

In Olanda, dove il clima culturale è molto tollerante, uno studio su 7.076 soggetti ha mostrato che i disturbi psicologici degli omosessuali sono molto frequenti.

Ridotta aspettativa di vita

La longevità degli omosessuali è stata oggetto di uno studio di un'equipe di ricercatori statunitensi guidata dal dott. Paul Cameron i cui risultati sono stati pubblicati nel 1994. In un arco di tempo di 13 anni, l'equipe ha confrontato 6737 annunci funebri comparsi su 18 pubblicazioni omosessuali con un vasto campione di annunci funebri comparsi su normali pubblicazioni. Quelli presi dalle pubblicazioni normali coincidevano con la longevità media statunitense: l'età media di mortalità per gli uomini sposati era 75 anni e 79 per le donne. Per gli uomini non sposati o divorziati l'età media era di 57 anni e 71 per le donne non sposate.

Gli omosessuali avevano un'aspettativa di vita molto più breve. Gli omosessuali maschi che morivano di AIDS avevano un'età media di 39 anni e quelli che morivano per altre cause vivevano solo un po' più a lungo arrivando ad un'età media di 42 anni. Le lesbiche avevano una longevità media di 44 anni.

Per quanto riguarda la sopravvivenza fino ai 65 anni di età, la differenza era ancora maggiore. Le pubblicazioni normali mostravano che l'80% degli uomini sposati e l'85% delle donne sposate raggiungeva i 65 anni di età contro il 32% degli uomini non sposati o divorziati e il 60% delle donne non sposate. Per gli omosessuali il quadro era inquietante: solo il 10% degli uomini omosessuali e il 20% delle lesbiche raggiungeva l'età di 65 anni.

Uno studio pubblicato su International Journal of Epidemiology sui tassi di mortalità degli omosessuali concludeva:
«In un importante centro canadese, l'aspettativa di vita per gli uomini gay e bisessuali all'età di 20 anni è da 8 a 20 anni minore rispetto agli altri uomini. Se lo stesso tasso di mortalità dovesse continuare, si stima che quasi la metà degli uomini  gay e  bisessuali che sono oggi ventenni non raggiungeranno il 65° anno di età. Volendo essere ottimisti possiamo dire che gli uomini gay e bisessuali di questo centro urbano stanno ora godendo della stessa aspettativa di vita che avevano tutti gli uomini canadesi nel 1871».

Confusione dell'identità sessuale

La tesi secondo cui l'ambiente omosessuale non conduce i bambini allo stile di vita omosessuale è negata dall'evidenza sempre maggiore che i bambini allevati in tali ambienti sono più soggetti al comportamento omosessuale e a intraprendere la sperimentazione sessuale. Gli studi indicano che lo 0,3% delle femmine adulte riporta di aver praticato il comportamento omosessuale nell'ultimo anno, lo 0,4% lo ha praticato negli ultimi 5 anni, e il 3% dichiara di aver sempre praticato l'omosessualità nel corso della vita.

Uno studio in Developmental Psychology ha rilevato che il 12% delle figlie di lesbiche diventano a loro volta delle lesbiche, un tasso che è almeno 4 volte il tasso di lesbismo nella popolazione femminile adulta.

Numerosi studi indicano che mentre quasi il 5% dei maschi riporta di aver avuto ogni tanto un'esperienza omosessuale nella vita, il numero degli omosessuali regolari è considerevolmente basso: tra l'1 e il 2% dei maschi riporta un comportamento omosessuale esclusivo nel corso di più anni successivi. Tuttavia J. M. Bailey  ha scoperto che il 9% dei figli maschi adulti di padri omosessuali erano a loro volta omosessuali: «Il tasso di omosessualità nei figli maschi (9%) è diverse volte più alto di quello indicato dalle indagini sulla popolazione generale ed è imputabile ad una trasmissione di padre in figlio».

Sebbene essi abbiano tentato di trarre conclusioni diverse, lo studio di Golombok e Tasker ha rivelato una chiara connessione tra omosessualità ed essere allevati da una coppia di lesbiche. «Con riferimento all'effettivo coinvolgimento in relazioni omosessuali, c'era una significativa differenza tra i gruppi.... Nessuno dei bambini cresciuti in famiglie eterosessuali aveva avuto relazioni omosessuali». Al contrario, 5 (29%) delle 17 figlie ed 1 (13%) degli 8 figli di coppie omosessuali riferiva di aver avuto almeno una relazione omosessuale.

Questi risultati sono stati confermati recentemente da uno studio apparso su American Sociological Review. Gli autori Judith Stacey e Timothy J. Biblarz alludevano al  "political incorrectness" dei loro risultati che mostravano tassi più elevati di omosessualità fra i bambini cresciuti in ambiente omosessuale: «Riconosciamo i rischi politici conseguenti al fatto che studi recenti indicano come i figli di genitori gay sono più soggetti a intraprendere a loro volta un'attività omosessuale».

Stacy e Biblarz hanno anche rilevato che «alcuni risultati sul numero di partner sessuali dei figli indicano che: le ragazze adolescenti cresciute da madri lesbiche sembrano essere sessualmente più avventurose e meno caste..... In altre parole, i figli (specialmente le ragazze) allevati da lesbiche sembrano allontanarsi dai ruoli sessuali tradizionali, mentre i figli cresciuti da madri eterosessuali sembrano conformarsi ad essi».

Incesto nelle "famiglie" con genitori omosessuali

Le statistiche indicano che gli omosessuali sono più soggetti degli eterosessuali ad abusare dei bambini: il 23% dei maschi omosessuali e il 6% delle lesbiche ha avuto qualche contatto sessuale con minorenni; questo secondo il Gay Report del 1979, che sicuramente non nutre prevenzioni contro gli omosessuali, e secondo altre fonti.

Uno studio in Adolescence ha confermato questi dati: un'elevata percentuale (29%) degli adulti figli di genitori omosessuali è stato oggetto di molestie sessuali da parte del genitore omosessuale, contro lo 0,6% di adulti figli di genitori eterosessuali... Avere un genitore omosessuale sembra aumentare il rischio di incesto di circa 50 volte.

Questo fenomeno può essere spiegato con il fatto che tra gli uomini omosessuali si riscontra una percentuale di vittime di abusi sessuali  maggiore rispetto agli uomini eterosessuali. Come è noto e documentato da tempo i maschi vittime di abusi sessuali in età infantile o adolescenziale hanno maggiori probabilità di altri di riprodurre sui minori le violenze subite, probabilmente per un processo di identificazione con l'aggressore.

In un'indagine svolta nel 2001 su 942 adulti interrogati su eventuali abusi sessuali subiti nell'infanzia e nell'adolescenza,  Marie E. Tomeo ha riportato che ben il 46% degli uomini omosessuali contro il 7% degli eterosessuali e il 22% delle lesbiche contro l'1% delle donne eterosessuali riferiva di aver subito molestie sessuali.

Un progetto politico: ridefinire il matrimonio

L'intenzione degli attivisti omosessuali non è semplicemente quella di rendere possibile ai gay e alle lesbiche la condivisione della vita coniugale convenzionale. Per loro stessa ammissione essi aspirano a cambiare il carattere essenziale del matrimonio, rimuovendo proprio gli aspetti della fedeltà e della castità che promuovono la stabilità della relazione:

Paula Ettelbrick, ex direttore legale del Lambda Legal Defense and Education Fund, ha dichiarato, «Essere frocio è molto di più che mettere su casa, dormire con una persona dello stesso sesso e cercare l'approvazione dello stato....Essere frocio significa fare pressione sui parametri del sesso, della sessualità e della famiglia e in tal modo trasformare il tessuto sociale».

Secondo lo scrittore e attivista omosessuale Michelangelo Signorile, lo scopo degli omosessuali è: battersi per il matrimonio fra persone dello stesso sesso e per i suoi benefici e poi, una volta assicurato questo, ridefinire completamente l'istituzione del matrimonio, chiedere il diritto di sposarsi non come modo per aderire ai codici morali della società, ma piuttosto per smitizzare un mito e modificare radicalmente un'istituzione arcaica.... L'azione più sovversiva che possono intraprendere gli omosessuali....... è di trasformare interamente la nozione di "famiglia".

Signorile va oltre fino a ridefinire il termine monogamia: Per questi uomini il termine monogamia non significa necessariamente esclusività sessuale.... Il termine "relazione aperta" ha assunto per moltissimi uomini gay un particolare significato: una relazione in cui i partner fanno spesso sesso all'esterno, mettono via il loro risentimento e la loro gelosia, e discutono l'un l'altro della loro attività sessuale esterna o condividono i partner sessuali.

Le opinioni di Signorile e Ettelbrick riguardo il matrimonio sono molto diffuse nella comunità omosessuale. Secondo il Mendola Report, solo il 26% degli omosessuali crede che l'impegno sia la cosa più importante in una relazione coniugale.

L'ex omosessuale William Aaron spiega perché perfino gli omosessuali "impegnati" non praticano la monogamia: nella vita gay, la fedeltà è quasi impossibile. Poiché l'impulso omosessuale sembra essere costituito in parte dal bisogno di "assorbire" mascolinità dal partner sessuale, l'omosessuale deve costantemente cercare nuovi partner. Conseguentemente i matrimoni omosessuali che hanno più successo sono quelli in cui c'è un accordo tra i due nell'avere relazioni esterne mantenendo l'apparenza di una relazione stabile.

Anche quelli che sostengono il concetto di "famiglia" omosessuale ammettono la sua inadeguatezza per i bambini: nel suo studio su Family Relations, L. Koepke osservava, «Anche gli individui che considerano le relazioni omosessuali una scelta legittima per gli adulti avvertono che i bambini soffrirebbero nell'essere cresciuti in tali famiglie».

L'instabilità, la vulnerabilità alla malattia e la violenza domestica che prevalgono nelle relazioni omosessuali rispetto a quelle eterosessuali, normalmente renderebbero inadatti tali ambienti a garantire la custodia dei bambini. Tuttavia, nell'attuale clima culturale che preme per legittimare la pratica dell'omosessualità in ogni area possibile della vita, tali considerazioni sono spesso ignorate.

I bambini hanno bisogno di un padre e di una madre

I tentativi di ridefinire la vera natura della famiglia ignorano il patrimonio di saggezza delle culture e delle società di antica data, che testimoniano come il  modo migliore di allevare i bambini sia la famiglia composta da un padre e da una madre tra loro sposati. L'importanza della famiglia tradizionale è stata confermata da ricerche che mostrano come i bambini provenienti da famiglie formate da due genitori sposati ottenevano migliori risultati in campo accademico, finanziario, emotivo e comportamentale.

Un ambiente omosessuale non può sostituire la famiglia: i bambini hanno bisogno sia di un padre che di una madre.  Blankenhorn discute il differente ma necessario ruolo che padre e madre svolgono nelle vite dei figli: «Se le madri sono portate a prestare speciale attenzione alle necessità presenti, fisiche ed emotive dei figli, i padri sono portati a prestare speciale attenzione a quei tratti del carattere necessari per il futuro, quali l'indipendenza, la fiducia in se stessi, la volontà di superare dei limiti e di correre dei rischi».

Blankenhorn spiega ancora: «Paragonato all'amore di una madre, l'amore di un padre è spesso più esigente, più determinante e significativamente meno condizionato.....Per il bambino, dall'inizio, l'amore della madre è un'indiscussa fonte di benessere e base del legame umano. Ma l'amore del padre è quasi un pò più lontano, più distante e contingente. Paragonato all'amore della madre, quello del padre deve spesso essere ricercato, meritato, guadagnato attraverso i meriti».

Il sociologo David Popenoe conferma che madri e padri svolgono ruoli differenti nelle vite dei loro figli. In Life without Father Popenoe scrive, "Attraverso il gioco i padri tendono a mettere in rilievo la competizione, la sfida, l'iniziativa, il rischio e l'indipendenza. Le madri, al contrario, mettono in rilievo la sicurezza emotiva e la sicurezza personale".

Complementarietà delle figure paterna e materna

I genitori educano anche alla disciplina in modo diverso: «Mentre le madri offrono grande flessibilità e comprensione nella loro disciplina, i padri offrono estrema prevedibilità e linearità. Entrambe le dimensioni sono determinanti per un regime educativo efficiente, bilanciato e umano».

Gli aspetti complementari che madri e padri apportano all'educazione dei figli derivano dalla innata differenza fra i due sessi e non può essere arbitrariamente sostituita. Nonostante le accuse di discriminazione sessuale e di omofobia, con i tentativi di negare l'importanza sia del padre che della madre nell'educazione dei figli, la struttura famigliare più antica di tutte si rivela essere la migliore.

Nell'Esortazione Apostolica Familiaris Consortio del 1981, Papa Giovanni Paolo II riassumeva l'importanza delle famiglie basate sul matrimonio: «La famiglia possiede vincoli vitali e organici con la società, perché ne costituisce il fondamento e l'alimento continuo mediante il suo compito di servizio alla vita: dalla famiglia infatti nascono i cittadini e nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali, che sono l'anima della vita e dello sviluppo della società stessa».

Nulla di tutto questo è possibile nelle coppie omosessuali che sono per definizione incapaci di creare progenie e di contribuire alla "procreazione della razza umana". Qualsiasi bambino che si trovi in una "famiglia" omosessuale è necessariamente ottenuto o da una coppia sposata o altrimenti attraverso l'unione sessuale di un uomo e una donna, artificialmente o in modo naturale. Quindi, paradossalmente, queste situazioni non possono fare a meno del grembo della società - l'unione di un uomo e di una donna - che essi così veementemente negano. In It Takes a Village, Hillary Rodham Clinton fa riferimento, forse inavvertitamente, alle indelebili "leggi della natura" quando osserva che «ogni società richiede una massa critica di famiglie che si conformino all'ideale tradizionale». Per similitudine, un organismo richiede una massa critica di cellule sane per sopravvivere, e - come ogni oncologo sa - meno cellule anormali ci sono meglio è.

In una società democratica, coloro che scelgono di coabitare in regimi familiari alternativi come le unioni omosessuali, hanno la libertà di farlo. Ma una cosa è la tolleranza, un'altra è la promozione e la celebrazione. Affidare i bambini a queste coppie è assolutamente inaccettabile e una società che si batte per tali unioni a spese della famiglia tradizionale, lo fa a suo rischio e pericolo.