Visto il proliferare di commenti e valutazioni, cerchiamo di mettere un po' d'ordine in quello che è successo in queste ore.
La mattina dell'11 febbraio durante un concistoro pubblico Benedetto XVI ha annunciato al Collegio dei Cardinali la sua decisione di rinunciare all'incarico di Vescovo di Roma, e quindi di Sommo Pontefice, a partire dalle ore 20.00 del 28 febbraio prossimo.
Le motivazioni della rinuncia
Le motivazioni sono state espresse dallo stesso Benedetto XVI: "Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino". E il Papa ha proseguito “nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. Qui il testo completo di Benedetto XVI.
Una scelta contemplata dal codice di diritto canonico
Questa scelta di Benedetto XVI, sebbene quasi senza precedenti nella storia, è contemplata dal codice di diritto canonico al canone 332.2 che così recita: “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”. Qui il testo del canone.
Non una resa, ma un gesto di libertà e umiltà
Questa rinuncia è tutt’altro che una fuga o una resa. Il Papa ne aveva già parlato nel libro-intervista del 2010 con Peter Seewald, Luce del mondo, a pag. 52-53. Alla domanda del giornalista: “Ha mai pensato di dimettersi?”, Papa Ratzinger ha risposto: “Quando il pericolo è grande non si può scappare. Ecco perché questo sicuramente non è il momento di dimettersi [si riferiva alla crisi pedofilia]. È proprio in momenti come questo che bisogna resistere e superare la situazione difficile. Questo è il mio pensiero. Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più. Ma non si può scappare nel momento del pericolo e dire: se ne occupi un altro”. Il giornalista allora gli chiede: “Quindi è immaginabile una situazione nella quale Lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?”, e Benedetto XVI risponde: “Sì. Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, psicologiacmente e mentalmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto ed in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi”.
Come ha scritto Messori sul Corriere della Sera, l’allora card. Ratzinger, ricordando che la Chiesa è di Cristo, affermava “noi siamo soltanto parola di Vangelo, dei servi, per giunta inutili. Non prendiamoci troppo sul serio, siamo unicamente strumenti e, in più, spesso inefficaci. Non arrovelliamoci, dunque, per le sorti della Chiesa: facciamo fino in fondo il nostro dovere, al resto deve pensare Lui”.
Dalla Sede Vacante al Conclave: cosa accadrà da adesso in poi?
Ciò che succede durante il periodo di Sede Vacante (che inizierà il prossimo 28 febbraio alle ore 20.00) è previsto nella costituzione apostolica Universi dominici gregis, dove si legge: “Durante la vacanza della Sede Apostolica, il Collegio dei Cardinali non ha nessuna potestà o giurisdizione sulle questioni spettanti al Sommo Pontefice, mentre era in vita o nell'esercizio delle funzioni del suo ufficio; tali questioni dovranno essere tutte ed esclusivamente riservate al futuro Pontefice”.
Si procederà dunque alla creazione di una Congregazione generale formata da tutti i cardinali e da una Congregazione particolare costituita dal Cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa (Card. Tarciso Bertone) e “da tre Cardinali, uno per ciascun Ordine, estratti a sorte tra i Cardinali elettori già pervenuti a Roma. L'ufficio di questi tre Cardinali, detti Assistenti, cessa al compiersi del terzo giorno, ed al loro posto, sempre mediante sorteggio, ne succedono altri con il medesimo termine di scadenza anche dopo iniziata l'elezione”. Le questioni più importanti, se necessario, sono trattate dall'assemblea dei Cardinali elettori, mentre gli affari ordinari continuano ad essere trattati dalla Congregazione particolare dei Cardinali.
La Congregazione generale presieduta dal Decano del Collegio (Card. Angelo Sodano) avrà il compito di stabilire il giorno e l’ora di inizio del cosiddetto Conclave. Questo deve essere indetto al massimo entro venti giorni dall'inizio della Sede Vacante (n.37).
Ad eleggere il Papa saranno tutti i cardinali, al momento 117, che non abbiano compiuto gli 80 anni di età (qui l’elenco completo). Per l’elezione del nuovo pontefice è necessario l’accordo dei due terzi dei cardinali elettori.
Qui il testo integrale della costituzione apostolica.
Per avere un'idea di come si svolge un conclave, su Vatican Insider è stata fatta un'ottima infografica.