Come si elegge il Papa

15 febbraio 2013

Ecco la procedura per eleggere il Pontefice della Chiesa Cattolica, secondo la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis del 1996, riformata dal motu proprio De Aliquibus Mutationibus in Normis de Electione Romani Pontificis del 26 giugno 2007.

Vacanza della Sede Apostolica
Normalmente inizia con la morte del Papa, in questo caso inizierà alle ore 20 del 28 febbraio 2013. In quel momento decadono tutti i Capi dei Dicasteri della Curia Romana, sia il Cardinale Segretario di Stato sia i Cardinali Prefetti sia i Presidenti Arcivescovi, come anche i membri dei medesimi Dicasteri. Viene fatta eccezione per il Camerlengo di Santa Romana Chiesa (card. Bertone) e il Penitenziere Maggiore (card. Monteiro de Castro), che continuano a svolgere gli affari ordinari.

In questo periodo il Collegio dei Cardinali non ha nessuna potestà o giurisdizione sulle questioni spettanti al Sommo Pontefice, che dovranno essere tutte ed esclusivamente riservate al futuro Pontefice. Saranno possibili soltanto azioni di governo relative ad affari ordinari o indilazionabili.

Due Congregazioni di cardinali sbrigheranno gli affari della Chiesa: una Congregazione generale, composta dall'intero Collegio, e una Congregazione particolare composta dal Cardinale Camerlengo e da tre cardinali estratti a sorte, che vengono avvicendati ogni tre giorni, sempre con una estrazione a sorte. In questa Congregazione particolare vengono affrontate soltanto questioni di minore importanza, man mano che si presentano.

Elettori
Il Papa viene eletto dal Collegio dei Cardinali elettori, quelli cioè che non hanno compiuto gli 80 anni il giorno in cui inizia la vacanza della Sede Apostolica. Non possono essere più di 120, attualmente sono 117. I cardinali ultraottantenni partecipano soltanto alle riunioni preparatorie del Conclave.

Elezione del Romano Pontefice: tempi e modi
L'elezione dovrà iniziare il quindicesimo giorno dall'inizio della Sede vacante (quindi il 15 marzo), o comunque non oltre i 20 giorni. Il luogo dell'elezione è quello tradizionale della Cappella Sistina.

L'elezione avviene a scrutinio segreto e i cardinali sono tenuti al segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo abbia attinenza con l'elezione del Romano Pontefice, sia durante che dopo tale elezione. A tale segreto sono vincolati da solenne giuramento. Inoltre, durante tutta la durata del Conclave, i Cardinali elettori sono obbligati a vivere in totale isolamento con l'esterno: nulla possono comunicare, nulla possono ricevere.

L'elezione, per esser valida, deve avvenire sempre a maggioranza dei due terzi dei Cardinali elettori presenti. 

Elezione del Romano Pontefice: la procedura
Vengono estratti a sorte tre cardinali  Scrutatori, tre Infirmarii (incaricati a raccogliere i voti di eventuali cardinali infermi), tre Revisori.

Ogni Cardinale elettore scrive sulla scheda il nome del suo preferito, segretamente e dissimulando la calligrafia, e piega in due il foglio. Dopo di che, quando è il suo turno, va a consegnare la scheda al tavolo degli Scrutatori, presso l'altare della Cappella Sistina. Le schede vengono poste in un'urna. Gli Scrutatori mescolano le schede, le contano (se il conteggio non corrisponde al numero degli elettori bisogna ricominciare da capo la votazione) e poi ne leggono ad alta voce il contenuto. Quindi vengono conteggiati i voti, si controlla che tutta la procedura sia avvenuta correttamente e si bruciano le schede.

Se un Cardinale non ha ottenuto i voti dei due terzi degli elettori, si procede subito ad un'altra votazione. Ogni giorno si potranno tenere quattro votazioni, due la mattina e due il pomeriggio. Il primo giorno di Conclave, iniziando l'elezione nel pomeriggio, ci sarà soltanto uno scrutinio. Dopo 34 scrutini senza esito, si voterà il ballottaggio tra i due Cardinali che hanno ricevuto più voti, e sarà richiesta sempre la maggioranza dei due terzi (questa è un'innovazione di Benedetto XVI nel 2007; la Universi Dominici Gregis prevedeva a questo punto la maggioranza semplice) per garantire all'eletto la più larga rappresentatività.

Dopo l'elezione
Il Cardinale Decano chiede all'eletto: «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?» e ricevuto l'assenso gli chiede: «Come vuoi essere chiamato?»

Nel momento dell'accettazione, l'eletto è immediatamente Vescovo della Chiesa Romana, vero Papa e Capo del Collegio Episcopale; lo stesso acquista di fatto la piena e suprema potestà sulla Chiesa universale, e può esercitarla.   

Norme di comportamento per i cardinali elettori
Oltre all'obbligo del silenzio già citato, Giovanni Paolo II nella Universi Dominici Gregis impone severamente - sotto pena di scomunica - il divieto di contrattazioni, promesse di voti, e di accettare pressioni da qualsivoglia autorità civile.  

È poi vietato di prendere impegni di comune accordo, prima dell'elezione, obbligandosi ad attuarli nel caso che uno di loro sia elevato al Pontificato. Tali promesse sarebbero comunque nulle. I Cardinali elettori vengono invitati «a non lasciarsi guidare, nell'eleggere il Pontefice, da simpatia o avversione, o influenzare dal favore o dai personali rapporti verso qualcuno, o spingere dall'intervento di persone autorevoli o di gruppi di pressione, o dalla suggestione dei mezzi di comunicazione sociale, da violenza, da timore o da ricerca di popolarità. Ma, avendo dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio ed il bene della Chiesa, dopo aver implorato il divino aiuto, diano il loro voto a colui che anche fuori del Collegio Cardinalizio avranno giudicato idoneo più degli altri a reggere con frutto e utilità la Chiesa universale».

Una elezione di tutta la Chiesa
La Universi Dominici Gregis ricorda a tutti che l'elezione del nuovo Pontefice non deve essere un fatto isolato dal Popolo di Dio e riguardante il solo Collegio degli elettori, ma, in un certo senso, un'azione di tutta la Chiesa.

In tempo di Sede Vacante, e soprattutto durante il periodo in cui si svolge l'elezione del Successore di Pietro, la Chiesa è unita in modo del tutto particolare con i sacri Pastori e specialmente con i Cardinali elettori del Sommo Pontefice, e implora da Dio il nuovo Papa come dono della sua bontà e provvidenza.  In tutte le città e anche in altri luoghi, appena iniziata la vacanza della Sede Apostolica, si dovranno elevare «umili e insistenti preghiere al Signore affinché illumini l'animo degli elettori e li renda così concordi nel loro compito, che si ottenga una sollecita, unanime e fruttuosa elezione, come esige la salute delle anime ed il bene di tutto il Popolo di Dio».

Una raccomandazione particolare per i Cardinali che, a ragione dell'età, non godono più del diritto di partecipare all'elezione del Sommo Pontefice: «Per lo specialissimo vincolo con la Sede Apostolica che la porpora cardinalizia comporta, si pongano alla guida del Popolo di Dio, radunato particolarmente nelle Basiliche Patriarcali della città di Roma ed anche nei luoghi di culto delle altre Chiese particolari, perché con la preghiera assidua ed intensa, soprattutto mentre si svolge l'elezione, si ottengano dall'Onnipotente Iddio l'assistenza e la luce dello Spirito Santo necessarie ai Confratelli elettori, partecipando così efficacemente e realmente all'arduo compito di provvedere la Chiesa universale del suo Pastore».