Uno studio pubblicato sulla rivista di medicina Lancet nel 2007 ha ordinato venti tra le droghe più diffuse in ordine di dannosità seguendo tre tipi di parametri: il danno fisico, la possibilità di dipendenze e il danno sociale.
La critica ai parametri comuni
L’idea dello studio su quali siano le droghe più dannose è di fornire uno strumento alternativo ai parametri più diffusi, come per esempio quello adottato nel Regno Unito, che distingue le droghe in tre grandi gruppi lasciando fuori dalla classificazione sostanze come l’alcol e il tabacco. Secondo lo studio, infatti:
il processo di determinazione dei danni è spesso non divulgato, e quando viene reso pubblico può essere mal definito, opaco e apparentemente arbitrario.
Dai risultati dello studio è emerso che alcune droghe classificate in Inghilterra come di tipo C (la fascia meno nociva), seguendo dei determinati parametri sono più dannose di quelle classificate come di tipo A (la fascia più nociva).
I danni fisici
La possibilità di causare danni fisici è attribuita alla modalità di assunzione della droga, agli effetti immediati e a quelli a lungo termine. Per esempio, alcol e tabacco hanno una dannosità limitata nell’immediato, ma effetti devastanti sul lungo periodo, mentre l’assunzione di eroina porta con sè un alto rischio di morte immediata per difficoltà respiratorie.
La dipendenza fisica e quella psicologica
Nello studio si rileva come l’aumento della dipendenza comporti un aumento della tolleranza tale per cui dosi di droga sempre più alte causano effetti meno evidenti. Inoltre i danni della dipendenza si manifestano nei periodi di non utilizzo della droga. Nell’analizzare quali droghe sono più dannose, lo studio ha valutato anche la dipendenza psicologica, solitamente meno considerata per report di questo genere.
I danni di tipo sociale
Il terzo parametro considerato nello studio è il danno sociale causato dall’assunzione delle droghe. Queste sostanze danneggiano la società in vari modi: inficiando sulla vita famigliare e sociale, aumentando il costo del sistema sanitario, delle cure assistenziali e della pubblica sicurezza. Nei danni sociali sono inclusi anche gli effetti secondari o collaterali come i danni a persone o a proprietà. Il caso più emblematico è il danno collaterale causato in un incidente automobilistico dovuto alla guida in stato di ebbrezza.
Questo terzo parametro solitamente tende ad essere sottovalutato ma lo studio riporta che, per esempio, circa il 40% delle malattie e il 60% delle morti è causato dall’uso di tabacco.
La classificazione delle droghe a partire dalle tre classi di dannosità "tradizionale"
I due gruppi di esperti
Una volta individuate le droghe e stabiliti i parametri, due distinti gruppi di esperti hanno studiato la dannosità in base al tipo di sostanza. Il primo gruppo era composto da consulenti medici del Royal College of Psychiatrists. Il secondo gruppo di esperti proveniva da diverse aree di ricerca e di studio incentrate sulle dipendenze: chimica, farmacologia, medicina forense, epidemiologia e psichiatria.
Risultati
Come anticipato, la correlazione tra i più diffusi modelli di classificazione della dannosità delle droghe e i risultati dello studio è stata bassa, eccezion fatta per eroina e cocaina. Alcol, ketamina, tabacco e solventi (colla) sono stati catalogati come più dannosi dell’LSD e dell’ecstasy. Eroina, cocaina, barbiturici e metadone si posizionano tra i primi cinque posti in tutte le categorie di danno.
Figura elaborata da thedifferentgroup.com
La cannabis in questo studio è classificata in basso per quanto riguarda i danni fisici, ma più in alto per la dipendenza e i danni alla società. Il tabacco ha un valore molto alto come danno da dipendenza, ma molto basso come danno sociale.
Anche escludendo i rischi portati dall’assunzione (via vena) e il peso economico sul sistema sanitario, l’alta dannosità delle droghe come l’eroina persiste a causa degli effetti fisici.
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