Il cervello umano non è fatto per il porno online

di Francesco D'Ugo, 17 giugno 2020

Il nostro cervello non è fatto per la pornografia, soprattutto quella online. Un articolo del sito Your Brain On Porn ha raccolto diverse risorse per spiegare perché non siamo fatti per consumare la pornografia online. Questa ci espone, infatti, a rilevanti cambiamenti nel nostro cervello che portano a ricadute sulla psiche e salute sessuale. Tra queste abbiamo cali di libido e di soddisfazione nella vita sessuale.

La facilità di accesso, la possibilità di avere stimoli sempre nuovi in un arco di tempo ristretto sono le principali ragioni per le quali la pornografia online (più di qualsiasi altra forma di immagine pornografica, come ad esempio riviste o foto) mette alla prova l’equilibrio della nostra salute sessuale. I motivi sono da ricercarsi nel funzionamento del sistema di ricompensa (reward system) ovvero l’insieme di strutture neurali responsabile, tra le altre cose, del perseguimento di funzioni necessarie per la nostra sopravvivenza e la propagazione della specie. 

La chimica del desiderio: la dopamina  

Il desiderio e la motivazione di perseguire funzioni come mangiare, bere, fare sesso, ma anche coltivare relazioni di amore e di amicizia, devono molto a una sostanza chimica all’interno del nostro cervello chiamata dopamina. La dopamina è un neurotrasmettitore che attiva il sistema di ricompensa, uno dei sistemi più “antichi” e primitivi del nostro cervello. Attraverso la dopamina sperimentiamo le voglie e il piacere, ma al contempo anche le dipendenze.

La dopamina ci aiuta a ricordare e a ripetere ciò che si presuppone favorisca la sopravvivenza dei nostri geni. E lo fa inducendo una sorta di “ricablaggio” del cervello con lo scopo di influenzare i comportamenti verso la ripetizione di ciò che ci è piaciuto in precedenza. Il cervello esposto a stimoli che inducono alti livelli dopamina tende dunque a riorganizzarsi in maniera da raggiungere più spesso e più facilmente l’oggetto del piacere. Tutto ciò avviene nei confronti di un cibo che ci piace, di un’attività particolarmente piacevole, ma anche, se le abbiamo consumate in precedenza, della pornografia e delle droghe. 

In generale, più gli stimoli sono intensi, più si alzano i livelli di dopamina. Inoltre per mantenere alti i livelli di dopamina è necessario anche una costante novità negli stimoli, cosa che viene assicurata dalla pornografia online molto più che da altro. Uno stimolo che induce livelli particolarmente alti di dopamina è definito uno stimolo supernormale.

Come cambia il nostro cervello con il porno

Your Brain on Porn evidenzia tre cambiamenti principali che avvengono nel nostro cervello quando ci esponiamo in maniera continuativa a stimoli di questo genere: il primo è la desensibilizzazione, ovvero la progressiva perdita di interesse e sensibilità verso altri piaceri, poi c’è la sensibilizzazione, il processo secondo il quale il cervello collega sensazioni, immagini ed emozioni con una ricompensa particolarmente intensa creando una sorta di “sentiero” privilegiato per arrivare a quella ricompensa in futuro; infine c’è l’ipofrontalità, ovvero la riduzione di funzionalità nella corteccia frontale del cervello (dove sono poste la maggior parte delle nostre funzioni coscienti) riducendo sempre di più la capacità di controllare un dato desiderio. 

Il porno su Internet è quello che viene definito uno stimolo supernormale e, diversamente dalle droghe o da altre dipendenze, prende di mira circuiti innati dedicati alla sessualità, “modellando” così il cervello e alterando la percezione. I suoi pericoli derivano, in pratica, dal fatto che si va a interferire con una funzione vitale che ha già un suo equilibrio, portando alcuni malfunzionamenti. 

Un esempio di ricadute che questi cambiamenti provocano sulla salute sessuale sono i cali di desiderio sessuale, soprattutto negli uomini. Il sito Your Brain on Porn cita 70 studi, ma un esempio chiaro ci viene fornito da studio italiano secondo il quale il 16% di un gruppo di ragazzi liceali che consumava pornografia più di una volta a settimana aveva sperimentato un calo di desiderio sessuale, contro lo 0% di ragazzi che non facevano uso di pornografia. 

Un’altro tipo di ricaduta è il presentarsi, tra chi fa uso regolare di pornografia, di sintomi collegati con l’astinenza quali ansia, depressione, insonnia, irritabilità e sbalzi d'umore oltre all’aumento nell’organismo dei livelli di ormoni dello stress (cortisolo e adrenalina), che è possibile diminuire solo quando ci si espone di nuovo al piacere desiderato.

Quando si diventa dipendenti dal porno? 

Analogamente alle droghe o altri tipi di ricompense “naturali” (il porno è tra questi) la pornografia online induce alti livelli di dopamina, che la parte primitiva del cervello interpreta come un’attività preziosa per noi, da ripetere ancora e ancora. Questa dinamica è in comune con molte altre dipendenze e ci porta a pensare che la dipendenza da pornografia sia una dipendenza a tutti gli effetti. 

Ma  come fare a definire se si è dipendenti o no? In realtà, conclude Your Brain on Porn, si tratta di una domanda mal posta: il cervello è sempre in fase di apprendimento, di cambiamento e di adattamento in risposta all'ambiente. Per questo è sufficiente una piccola quantità di un dato stimolo sopranormale, come un video porno, per fargli cambiare comportamenti. Dunque per avere un problema non c’è bisogno di essere dichiarati ufficialmente dipendenti dalla pornografia, ma quando guardiamo dei contenuti pornografici stiamo già attivando nel nostro cervello cambiamenti del tutto analoghi a quelli di altre dipendenze.

Ascolta Gli effetti della pornografia sul cervello umano, con Gabriele Di Marco, il nuovo episodio del podcast "Scrollare Informati", l'unico podcast dove le opinioni non contano. 

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