Cleopatra nera, Netflix e il problema della rappresentazione tv

di Redazione, 17 aprile 2023

Cleopatra era nera? Può un documentario rappresentarla così?

Sta per uscire una nuova serie Netflix “Queen Cleopatra” di cui nessuno ha ancora visto nulla salvo il trailer, ma che qualche problema dal punto di vista storico lo pone.

Queen Cleopatra, chiariamo, non è un serial tv di fiction: viene presentata come una docufiction, quindi come un documentario in cui ampie parti vengono affidate da recitare ad attori che interpretano personaggi e scene ricreate con dialoghi. Però una docufiction è comunque un documentario nell’impianto, e quindi l’accuratezza storica che viene richiesta è la massima possibile

E già il trailer fa venire abbastanza dubbi sulla accuratezza di “Queen Cleopatra”.

Cleopatra, tanto per cominciare, è impersonata da un'attrice di colore. Ora, quello di usare attori di svariate etnie per impersonare ruoli che un tempo (altrettanto arbitrariamente, spesso) sarebbero stati dati ad attori wasp è una politica di Netflix che tutti conoscono. Ma anche di altri: BBC fece una serie sull’Iliade dove il “biondo Achille” era interpretato da un attore nero senza capelli.

Per le fiction la cosa suscita spesso polemiche, ma può essere giustificata con il fatto che appunto la fiction di per sé è un’opera di fantasia, e quindi come un tempo i ruoli femminili erano affidati ad attori maschi (nella tragedia greca, Sofocle era apprezzatissimo interprete delle parti femminili, ad esempio), e addirittura ai primordi del cinema attori bianchi venivano truccati per fare la parte di afrodiscendenti, e che per anni le compagnie teatrali formate dalle minoranze non bianche negli USA hanno fatto interpretare Giulio Cesare o le eroine bibliche a persone di ogni tipo di origine, la polemica tutto sommato lascia il tempo che trova, e anzi il fatto che attrici e attori di minoranze possano interpretare oggi ruoli da protagonisti che un tempo sarebbero stati loro negati solo per un pregiudizio razziale è qualcosa di positivo.

Ma qui siamo in una docufiction, appunto, e Cleopatra no, non era afrodiscendente/afroamericana. Era discendente della famiglia macedone dei Tolomei, e, a dire il vero, già è arbitraria la tipica rappresentazione dell’arte o del cinema che la propone con occhi e capelli neri: i macedoni sono molto più facilmente biondi o castani con gli occhi chiari (lo stesso Alessandro Magno, che di Tolomeo di Lago era parente e forse fratellastro, era castano con gli occhi chiari).

È vero che Cleopatra era in realtà figlia di Tolomeo Aulete e di una concubina indigena, che secondo alcune ipotesi sarebbe stata a sua volta figlia di un alto sacerdote egiziano, quindi non greca. Ma resta il fatto che la popolazione egizia non era nera, e non lo è mai stata. Quindi rappresentare Cleopatra come una afrodiscendente non è corretto dal punto di vista storico. 

Allora perché? Perché la figura di Cleopatra è storiograficamente complessa e viene riutilizzata da millenni. Esiste soprattutto negli USA un filone di interpretazione storiografica portata avanti da attivisti delle comunità di afrodiscendenti che da anni si batte, anche giustamente, per rileggere la storia Africana e dimostrare che il continente e le sue popolazioni hanno creato fin dall’antichità grandi regni e imperi potenti. Spesso, però a torto, anche l’Egitto viene usato come dimostrazione di ciò. 

In Egitto in effetti vi fu anche una dinastia di Faraoni neri (la XXV dinastia al potere fra il 780 e il 656) ed erano di origine nubiana. Ma questi non hanno nulla a che fare con i Tolomei da cui discendeva Cleopatra. 

Una delle testimonianze riportate nel trailer (quella di una anziana signora di colore che non so chi sia perché non viene riportato il nome), dice “non credere a ciò che ti hanno insegnato a scuola, Cleopatra era nera!”. Il che, e spero che nel documentario questo emerga, è una testimonianza appunto di questa rilettura etnica della figura della regina, ma, dal punto di vista storiografico, non è corretta

E a voler fare ancora più i pignoli, a dire il vero, c’è persino qualcosa di ancor più fastidioso di una Cleopatra nera nelle scene della serie di Netflix. Cioè Cesare biondastro e con gli occhi azzurri (era stempiato, ma moro, e con gli occhi neri) e Marco Antonio longilineo (era massiccio come in gladiatore) e con la barba. Cosa che un ufficiale romano del I secolo a.C. non avrebbe tenuto mai.

Ma di che colore era la pelle di Cleopatra? 

Purtroppo non abbiamo certezze e la questione rimane dibattuta, ma quasi tutti gli storici la considerano bianca perché discendeva dalla famiglia greco-macedone dei Tolomei. Nessuna fonte antica, né testuale né iconografica, la rappresenta con la pelle nera. 

Nella casa di Marco Fabio Rufo a Pompei, invece, esiste un affresco che probabilmente raffigura Cleopatra e il figlio Cesarione con la pelle bianca. Anche nelle monete e nei busti ha caratteristiche greche. 

L'ipotesi che fosse nera ha preso piede durante il XX secolo grazie ad autori come Joel Augustus Rogers, che nel libro "World's great men of color" ha interpretato le fonti in modo abbastanza fantasioso per rendere neri Annibale, Esopo, Terenzio, Zenobia, Cleopatra e molti altri.

Questa ipotesi è basata sul fatto che conosciamo il padre di Cleopatra, ma non la madre. Quindi almeno a livello teorico la madre avrebbe potuto essere nera. Questa affermazione, in mancanza di prove, vale meno di una qualunque ipotesi speculativa. Inoltre, pur ammettendo questa possibilità, perché la madre avrebbe dovuto essere una nera di origine subsahariana? 

Ma qualche studioso "revisionista" ha scelto di credere a questa ipotesi e Netflix ne ha approfittato. Per fortuna il politicamente corretto può influenzare qualche serie tv, ma non può cambiare la storia.

Fonti: Una pillola di storia antica al giorno / Galatea Vaglio Pillole di Storia

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