Molti meno bambini nati nel Nord Italia dopo il lockdown

di Francesco D'Ugo, 8 settembre 2021

“Il lockdown e lo smartworking porteranno gli italiani ad avere più figli?” È una delle domande emerse dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus nel 2020. Nonostante quello che ci si poteva aspettare visto, ad esempio, l’aumento del tempo passato insieme per molte coppie, non è stato così. Già le previsioni, di cui abbiamo parlato recentemente, non erano positive, ma ora abbiamo una conferma che riguarda il Nord Italia. 

Secondo lo studio pubblicato su Public Health, Impact of COVID-19 on birth rate trends in the Italian Metropolitan Cities of Milan, Genoa and Turin, condotto dai ricercatori del Policlinico San Martino, la natalità in Italia ha subito una significativa diminuzione nei mesi post lockdown: -12% nella città di Genova, -15% a Milano e addirittura del -33% a Torino.

Questo significa che, nel periodo considerato dallo studio (novembre 2020 - gennaio 2021), sono nati 536 bambini in meno a Torino, 331 a Milano e 105 a Genova rispetto allo stesso arco di tempo nell’anno precedente (novembre 2019 - gennaio 2020). 

Secondo gli autori dello studio il calo dei tassi di natalità dopo la pandemia da coronavirus è in linea con quanto successo anche durante altre pandemie con alti tassi di mortalità, come ad esempio quella di Spagnola negli ‘20 del Novecento o quella del virus Zika nel 2015-2016.

Le cause del crollo della natalità 

Secondo gli studiosi del Policlinico San Martino sono necessari ulteriori studi per poter stabilire con maggiore certezza quali possano essere state le cause di questo calo drastico, ma nella pubblicazione vengono avanzate delle ipotesi. La prima di queste riguarda il peso che le misure restrittive e la paura della pandemia hanno avuto sulla salute mentale dei cittadini: ansia, stress e noia possono avere un impatto significativo sulla riproduzione. Inoltre la propria condizione di salute mentale ha un effetto sul desiderio sessuale. In particolare lo studio riporta dati per i quali l’attività sessuale è diminuita sensibilmente soprattutto tra chi lavora nella sanità e tra le persone a loro vicine.

Un altro fattore che può avere influito è l’aumento della disoccupazione, delle casse integrazioni e di una generale incertezza economica. Infatti chi si è trovato in ristrettezze economiche dovute alla mancanza di lavoro difficilmente avrà pensato di allargare la propria famiglia o di affrontare le sfide economiche portate da un nuovo nato. 

Ad ogni modo, come sottolineano gli stessi autori, è opportuno leggere questi dati con cautela, visto che sono necessari ulteriori studi di approfondimento, ma soprattutto perché questi riguardano solo le tre città dell’ex Triangolo Industriale e non altre città italiane, che invece possono aver vissuto dei trend con andamenti diversi. 

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