Sexting e teenager: il 40% manda messaggi a sfondo sessuale

di Redazione, 10 settembre 2015

Più del 40% dei ragazzi italiani tra i 12 e i 17 anni invia o riceve, attraverso internet, messaggi, immagini o video, con riferimenti sessuali espiliciti e i genitori non lo sanno.

Di recente Save the Children ha pubblicato un rapporto stilato dall’agenzia IPSOS in vista dell’edizione 2015 del Safer Internet Day Study con l’obiettivo di misurare i livelli di conoscenza dell’ambiente digitale da parte dei teenager italiani.

Il sondaggio, eseguito su un campione di ragazzi tra i 12 e i 17 anni, rileva che la stragrande maggioranza di loro è iscritto ai principali social network e li usa per tenersi in contatto con amici e conoscenti. 

Attraverso questi mezzi uno dei comportamenti più diffusi è quello di inviare (44%) e ricevere (40%) messaggi a sfondo sessuale. Un’altro comportamento, anche se relativamente meno diffuso, è quello di inviare video o immagini che li raffigurano «in modo sconveniente» ad un adulto (20%) talvolta per avere in cambio dei regali (19%).

Contemporaneamente è diminuita la percezione dei pericoli sia online che offline: quelli più preoccupati dei rischi possibili (bullismo o molestie) sono i ragazzi tra i 12 e 13 anni (70% rispetto al 64% del totale intervistati). Mentre generalmente sono le ragazze a sentirsi più a rischio di ricevere molestie e aggressioni da parte di adulti (42% rispetto al 36% del totale). 

Il 23% dei ragazzi intervistati, inoltre, ha dichiarato di non farsi troppi problemi sui contenuti che invia in gruppi di conversazione in cui sono presenti sconosciuti. Altri comportamenti diffusi sono quello di darsi appuntamento di persona con qualcuno conosciuto in una chat (lo fa il 33% di loro, per poi scoprire il 15% delle volte che la persona con cui si era entrati in contatto non era in realtà la persona che diceva di essere), inviare dati personali ad un gruppo di cui non si conoscono tutti i componenti (33%), inviare messaggi, video o fotografie con contenuti sessualmente espliciti (19%).

Quanti genitori controllano l’attività dei propri figli sul web? Quanto sono consapevoli dei rischi che presenta la rete? I dati sull’argomento al momento sono scarsi, ma da una ricerca Ue rilanciata dalla Federazione italiana sessuologia scientifica (Fiss) è emerso che nel nostro paese solo il 15% dei genitori dei ragazzi che hanno sperimentato il sexting (la pratica di scambiarsi messaggi con contenuti sessualmente espliciti) ne sono consapevoli. Nel resto d’Europa la situazione è invece diversa: in Francia (20%), in Inghilterra, Olanda (25%) e Spagna (29%).

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