Islam e Presepe

di Roberto Rapaccini, 19 dicembre 2018

Da qualche anno a questa parte, all'arrivo del Natale, fioccano notizie di scuole o recite o città dove qualcuno rinuncia o fa rinunciare a fare il presepe. La narrazione è quasi sempre la stessa: "Nel paese/scuola taldeitali il presepe non si fa per non infastidire Y o X oppure la recita/Canto viene modificata per diventare più politicamente corretta. Sulla questione del presepe facciamo nostro il pensiero di Roberto Rapaccini che sul settimanale di informazione della Diocesi di Vittorio Veneto così scrive:

In questi giorni si è discusso dell’opportunità di evitare di allestire il Presepe in scuole e luoghi pubblici al fine di non infastidire la sensibilità dei musulmani. In realtà il problema è raramente posto da islamici, mentre gli esponenti delle relative comunità si affrettano a precisare di non sentirsi offesi da questa consuetudine. La questione è spesso sollevata da italiani posseduti dal furore di una malintesa laicità. È vero, le istituzioni devono essere indipendenti da qualsiasi influenza ‘confessionale’. Questo tuttavia non significa che le tradizioni religiose debbano essere vietate, ma che tutti debbano essere messi nella condizione di professare la propria spiritualità entro i limiti del rispetto delle leggi dello Stato. Ad esempio, vietare il burka non significa penalizzare l’Islam, ma dare attuazione ad una norma che vieta il travisamento senza giustificato motivo. Non mi sembra che l’allestimento di un Presepe possa violare la laicità degli spazi pubblici. Il Presepe è più di una manifestazione religiosa. In occidente è diventato un simbolo: con la memoria della Natività si auspica l’avvento di un’umanità rigenerata. Analogamente le nostre case spesso sono rallegrate da un ‘albero di Natale’. L’albero di Natale ha origini pagane (addobbare una pianta era un’usanza nell’Antico Egitto, passata poi ai Greci e adottata infine dai Celti). Ma noi ‘facciamo l’albero’ semplicemente perché è una consuetudine. Restando sul terreno religioso, dobbiamo ricordare che Gesù nell’Islam è considerato un grande profeta, e insieme a Maria, è oggetto di rispetto. Può oltraggiare un musulmano il ricordo della Sua nascita? Molti preferiscono ignorare tutto questo asserendo che un illuminato progresso richieda la cancellazione delle tradizioni culturali e spirituali.

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