Il calo demografico dell'Italia

di Stefano Grossi Gondi, 18 giugno 2014

Ventimila nati in meno nel 2013 (rispetto all'anno precedente) rappresentano un importante segnale della crisi in Italia. I dati dell'Istat registrano un saldo negativo - il più basso di sempre! - tra nascite e morti: 86.000 unità in meno. Questo calo riguarda tutte le regioni tranne il Trentino e la Campania. Se poi in termini complessivi la popolazione italiana è aumentata dello 0,1% (al 31 dicembre 2013 eravamo 60.782.668) ciò dipende dalla componente straniera. Che pure, per la prima volta, diminuisce rispetto all'anno precedente. Le nascite nel 2013 hanno superato di poco il mezzo milione, e il 15% dei bambini sono di una coppia di stranieri.

Il tasso di natalità è pari all'8,5 per mille (uno dei più bassi al mondo) e varia dal minimo di 7 nati per mille abitanti in Liguria al 10,3 per mille della provincia di Bolzano. Un dato del calo demografico si può ricavare anche dai quasi 500mila giovani che oggi hanno iniziato l'esame di maturità: al netto della dispersione scolastica rappresentano meno dell'1 per cento della popolazione e, d'altra parte, superano nettamente il numero dei neonati del 2013. 

Il Rapporto Istat cerca di individuare le cause di questa diminuzione delle nascite: innanzitutto la crisi economica, poi il calo dei matrimoni, e infine l'uscita dall'età feconda delle generazioni femminili più numerose, che sta determinando una progressiva riduzione delle potenziali madri. Il calo delle nascite iniziò all'incirca a metà degli anni Settanta. Recentemente abbiamo parlato del numero sempre maggiore di donne che decidono di non avere figli. 

Il movimento migratorio determina come già detto l'incremento demografico del nostro paese, ed è indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro. Il Lazio risulta la regione più attrattiva, seguita da Emilia Romagna, Lombardia e Toscana.

Un dato in crescita è quello della emigrazione italiana: nel 2013 circa 82mila italiani si sono trasferiti all'estero, 14mila in più rispetto al 2012.

 

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