Giovani e matrimonio: l'età media è sopra i 30 anni

di Francesco D'Ugo, 27 novembre 2018

A che età si sposano gli italiani? La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: non c’è infatti regione italiana in cui i giovani si sposano prima dei 30 anni, a dirlo un rapporto Istat che fa riferimento a dati del 2016.  Quindi mediamente gli italiani si sposano dopo i 30 anni

La maglia nera va alla Valle d’Aosta che detiene la media di età più alta nella quale i giovani maschi si sposano: 37 anni. L’età media per le donne è più bassa, ma rimane sopra i 30 anni, è infatti di 34 anni circa. La situazione non è migliore alle posizioni successive alle quali troviamo Emilia Romagna, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Sardegna e Trentino Alto Adige dove l’età media per i maschi si aggira intorno ai 36 anni per i maschi e ai 33 per le donne.

Il Sud Italia detiene la media d’età più bassa per i matrimoni, ma in nessun caso si scende sotto i 30 anni, né per i maschi né per le femmine.

I giovani non se ne vanno di casa e gli italiani si sposano tardi

Un dato con cui è possibile confrontare questi appena citati è certamente quello, raccolto dalla Banca d’Italia, secondo il quale l’età media alla quale i giovani vanno via di casa è molto alta. Per quanto non sia stata ancora esplicitata una correlazione diretta fra questi due fenomeni, appare difficile considerarli slegati.

Infatti l’86% dei giovani italiani tra i 20 e i 24 anni vive ancora a casa dei propri genitori, e il 59% dei cittadini tra i 25 e i 29 anni ancora non si è trovato una propria sistemazione.

Molti di loro infatti non hanno nemmeno un lavoro: la percentuale di giovani che non lavorano e vivono con i propri genitori nella fascia 20-24 anni è del 74% nel Meridione e del 34% al Centro Nord. La situazione migliora nella fascia 25-29 (27% al Sud e 6% al Centro Nord), ma rimane una forte differenza tra Nord e Sud. 

Ma in diversi casi non è neanche il lavoro a essere un fattore determinante per convincere i giovani italiani ad uscire di casa: al Centro Nord, infatti, il 27% dei giovani tra i 25 e i 29 anni rimane a casa anche se occupato, lo stesso vale per il 34,4% dei giovani tra i 30 e i 34 anni lo fa, e il 17,1% di quelli tra i 35 e i 39 anni.

Le motivazioni

Le ragioni possono essere ricercate nelle basse retribuzioni, che non permettono a molti giovani di rendersi indipendenti anche quando sono occupati, e nella difficoltà di trovare lavoro. Lo stesso rapporto si afferma infatti che la percentuale di giovani che vivono a casa dei genitori diminuisce quando sale la probabilità di trovare un posto di lavoro.

Un’altra ragione è il costo delle case: nelle zone d’Italia dove il prezzo è più basso, è più bassa la probabilità di trovare giovani non indipendenti. Ad esempio in alcune zone del Centro Nord il prezzo ribassato delle abitazioni porta a una diminuzione di più del 9% del numero di giovani (25-29 anni) che rimane presso la famiglia d’origine. Fatto che resta determinante anche per i più grandi: la percentuale cala del 7% tra i giovani della fascia 30-34 anni quando i prezzi delle case scendono.

Infine, un ulteriore responsabile può essere trovato nel reddito dei genitori: sono infatti le famiglie di origine più povere che spingono i giovani ad andare via di casa prima. Come si può vedere dal grafico in basso, stipendi più alti fino al 20% in più della media costituiscono un forte incentivo per i giovani a rimanere tra le mura domestiche.

 

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