Un po' di chiarezza sul Card. Mahoney

22 febbraio 2013

Visto che sui  media si sta dando ampio spazio affrontiamo con un po' di ordine il caso del cardinale Mahony, accusato di aver coperto casi di pedofilia tra i sacerdoti della sua diocesi (prima Stockton, poi Los Angeles).

Massimo Introvigne ha ricostruito tutta la vicenda su La Bussola quotidiana.  In sintesi, a Stockton il suo errore fu prendere per buone le conclusioni della polizia e degli psicologi, che avevano considerato innocente un prete pedofilo che invece si rivelò individuo pericoloso. A Los Angeles invece si fidò eccessivamente dei centri di riabilitazione cui venivano affidati alcuni preti pedofili. Errori di leggerezza ma in buona fede, se teniamo conto dell'atteggiamento inflessibile nei confronti dei casi evidenti di pedofilia. Non secondario inoltre il ruolo "propositivo” degli avvocati che hanno intrapreso le cause di risarcimento, costate alla diocesi di Los Angeles 660 milioni di dollari. A tal proposito, Introvigne introduce una informazione interessante: negli Stati Uniti la maggior parte degli indennizzi nelle cause di pedofilia viene spesso incassata dagli studi legali.

 
Su Vatican Insider  Andrea Tornielli aggiunge che da quando Giovanni Paolo II e il cardinale Ratzinger, più di dieci anni fa, pubblicarono le nuove norme per affrontare questi casi, l'allora arcivescovo di Los Angeles fu tra coloro che le applicarono con impegno. Lo dimostrano diversi documenti, che attestano come intervenne applicando le regole con fermezza. Il suo è dunque un esempio ultimamente positivo di come sia cambiato l'approccio al problema.
 
Questo cardinale non dovrebbe partecipare al Conclave? Il suo successore alla cattedra di Los Angeles, arcivescovo Gomez, non è di questo parere, lui che lo ha rimosso da incarichi pubblici dopo l'esplosione degli scandali. In una lettera ai sacerdoti della sua diocesi, Gomez chiede loro di intensificare la preghiera per il cardinale Mahony in partenza per Roma e ribadisce che il cardinale «possiede tutte le prerogative e tutti i privilegi come cardinale della Romana Chiesa Cattolica».
 
La storia è piena di racconti sulle pressioni dall'esterno subite dai partecipanti al Conclave. E sicuramente la Chiesa ha passato tempi peggiori. In ogni caso, Giovanni Paolo II ha voluto ribadire nella Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis del 1996 il principio di autonomia che deve guidare l'operato di ciascun cardinale, vietando «tutte le possibili interferenze, opposizioni, desideri, con cui autorità secolari di qualsiasi ordine e grado, o qualsiasi gruppo umano o singole persone volessero ingerirsi nell'elezione del Pontefice».