Politiche familiari in Francia e in Italia

Elaborazione di doc.info da Corriere della Sera, Avvenire, Repubblica.it e Le Monde
Politiche per la famiglia a confronto
In Italia si fanno pochi figli non perché non siano desiderati ma per le oggettive difficoltà economiche, lavorative e di organizzazione. In Francia, invece, una serie di politiche a vantaggio della famiglia, ha portato ad un record di nascite nel 2006, con conseguenti vantaggi per l’economia del paese.

Le madri italiane vorrebbero più figli
Il tasso di fecondità in Italia si assesta a 1,3 figli per donna, ciò la rende terzultima nella classifica europea. A fare difetto - come rileva l’Istat nel rapporto di recente pubblicazione “Essere madri in italia, anno 2005” - non è la mancanza di voglia di fare figli: il numero “atteso” di figli per le madri italiane è in media di 2,19 ma il numero effettivo nel 2005 è stato di soli 1,33.

Le difficoltà che spingono a non essere di nuovo madri
Il rapporto ha intervistato 536.000 donne che hanno avuto un figlio nel 2003 ed è stato chiesto loro, a distanza di 2 anni, se ne avrebbero voluto un altro. Il 40% delle donne ha risposto di non essere disposta ad avere ulteriori figli. Dopo la nascita l’impatto con difficoltà economiche, di lavoro e di organizzazione si è tradotto in una rinuncia ad affrontare nuove gravidanze.

Problemi sul lavoro e nella cura dei bambini
Le motivazioni? Il 18,4 per cento delle madri che aveva un lavoro prima della gravidanza al momento dell’intervista lo aveva lasciato: il 5,6 per cento per licenziamento, il 12,4% si è licenziata per via degli orari inconciliabili con i nuovi impegni familiari. Il 72,5% delle mamme che continuano a lavorare dichiara di sperimentare forti difficoltà. Tra queste si registrano soprattutto i disagi legati alla cura dei figli, infatti solo il 27,8 per cento frequenta un asilo pubblico o privato mentre nel 52,3 per cento dei casi i figli vengono affidati ai nonni. Il dato interessante è che il 28,3 per cento delle madri che non si avvalgono di un asilo nido lo avrebbe fatto se non fosse così alta la retta o se avessero trovato posto.

In Francia ci sono in media 2 figli per donna
Eppure in Europa c’è un paese che sembra aver preso la giusta direzione nelle politiche familiari. È notizia di oggi, riportata da Le Monde e ripresa dai principali quotidiani italiani, che la Francia ha raggiunto il record di 830.000 nascite nel 2006. Con un indice di fecondità che raggiunge i 2 figli per donna, è al primo posto nella classifica dei paesi europei. I dati sono stati diffusi dall’Istituto statistico francese Insee.

Le misure adottate dal governo francese
Come si è arrivati a questo risultato? La Francia ha deciso di sostenere la famiglia, considerandola un fattore di sviluppo e di crescita. Il 3% del prodotto interno lordo viene destinato agli aiuti alle famiglie. Lo Stato nel 2006 ha stanziato un assegno di 750 € mensili per le madri che hanno scelto un congedo di maternità di un anno, inoltre una serie di misure legislative hanno dato solide garanzie alle madri lavoratrici che non rischiano di vedere interrotta o rallentata la loro carriera a causa dei figli.

Sgravi fiscali e agevolazioni sui servizi
Le famiglie francesi con tre o più figli godono di riduzioni e vantaggi per l’uso dei servizi essenziali. Le scuole materne sono gratuite e il sistema fiscale per le famiglie è notevolmente addolcito. Dal 2001 il congedo di paternità può durare fino a 14 giorni e dal 2004 per ogni figlio c’è un premio alla nascita di 800€.

I figli una ricchezza per lo sviluppo economico
L’incremento del tasso di natalità è a vantaggio dell’economia del paese: 830.000 bambini in più all’anno significheranno a lungo termine un maggiore numero di occupati, di consumatori e contribuenti. Questa politica, iniziata in Francia fin dal 1992, porterà in prospettiva a un primo rimedio degli squilibri crescenti del sistema di previdenze, che è in crisi in tutti i paesi europei. Nel breve periodo tra l’altro porterà ad un’espansione del settore degli impieghi legati alla cura e all’educazione dei bambini.