Benedetto XVI, un pontificato controcorrente

di Diego Contreras, 12 febbraio 2013, tratto dal blog www.laiglesiaenlaprensa.com

Benedetto XVI lo aveva annunciato: ma lo avevamo quasi dimenticato (per lo meno io). “Quando un Papa arriva alla consapevolezza che dal punto di vista fisico, mentale e spirituale non è più capace di portare avanti il suo incarico,allora ha il diritto ed in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi”. Lo disse a Peter Seewald nel libro intervista “Luce del mondo”, pubblicato nel 2010. (Il video testimonia il momento in cui annuncia ai cardinali, in latino, la sua dimissione che sarà effettiva il 28 febbraio). Mi sembra che cercare altre ragioni per la decisione annunciata dal Papa sia superfluo. Guidare la Chiesa universale richiede oggi un dispendio di energie molto forte, molto diverso da quello che richiedeva anni fa.

Il Papa sta bene di salute e continua ad avere una mente prodigiosa, però ritiene di sentirsi “incapace” di governare. Penso che questo già si notasse: il Papa si è concentrato sull'essenziale, specialmente nell'insegnamento dottrinale e nell'elezione dei vescovi – ma osserva che dovrebbe fare di più. Si dirà che Giovanni Paolo II stava molto peggio ma non si dimise: in quel caso, tuttavia, il Papa aveva ritenuto che la sua missione fosse quella di testimoniare la sofferenza come successore di Pietro. E così fu percepito. Col senno di poi, non si può negare che Benedetto XVI abbia dovuto remare contro corrente durante i suoi quasi otto anni di pontificato. Questo significa un dispendio di ulteriori energie. È stato lasciato solo in troppe occasioni. Per me il documento più drammatico di tutto il suo pontificato è la lettera che scrisse ai vescovi nel marzo del 2009, a motivo della violenta polemica riguardo la revoca della scomunica dei vescovi lefebvriani. (Qui la lettera)

In ogni caso, Benedetto XVI ha dimostrato che non aveva niente a che fare con le caricature che alcuni (di solito fuori Roma: qui era più facile conoscere l’autentico Ratzinger) gli hanno attribuito.

Il fatto stesso di dimettersi conferma che l’ "umile servo nella vigna del Signore", col quale si è presentato dopo la sua elezione, non era una frase fatta, ma la verità.

 

Fonte: La Iglesia en la prensa

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