
Torna di attualità la discussione sul cosiddetto matrimonio gay. Per non lasciarsi trascinare dalla dinamica delle fazioni contrapposte invitiamo ad andare più a fondo: il problema non sono le unioni gay ma il tema più generale del matrimonio che in Occidente è in forte declino anche perché nel tempo si è ridotto a semplice riconoscimento di un legame affettivo.
Bryce Christensen su Mercatornet spiega come in America il matrimonio si è via via trasformato da quello che era - un impegno nei confronti dell'educazione delle nuove generazioni basato sulla complementarietà dei generi - a una istituzione altamente individualistica. Questa mentalità ha pervaso in fondo tutto l'Occidente.
È sotto gli occhi di tutti quanto la crisi dei matrimoni sia grave. Se si guardano ad esempio i dati del nostro Paese si registra una costante diminuzione dei matrimoni, un innalzamento dell'età degli sposi e l'aumento delle separazioni e dei divorzi. Dati che si possono riscontrare in tutti i paesi avanzati.
Quella del matrimonio nel mondo occidentale è una vera e propria emergenza (qui ne abbiamo parlato), al pari di altri problemi come il clima o l'energia, che comporta costi sociali altissimi. Qualche tempo fa riportavamo stime provenienti dall'Inghilterra e dal Canada sui costi sociali delle crisi matrimoniali. Ad esempio il Centre for Social Justice di Londra ha valutato in 20 miliardi di sterline l’ammontare dei costi derivanti dai fallimenti matrimoniali nel Regno Unito.
Legato alla crisi dei matrimoni è il problema della denatalità che porterà secondo le stime ad un Occidente sempre più anziano, con le relative conseguenze negative per il welfare state e l'economia.
Il problema non sono i matrimoni gay. Lo dimostrano soprattutto i dati che vengono dai paesi che hanno legalizzato le unioni omosessuali. In Olanda ad esempio in 10 anni di legislazione 9 coppie gay su 10 non si sono sposate (qui i dati), così come in Spagna l'Istituto Nazionale di Statistiche (qui la notizia Ansa) nel 2009 ha fatto sapere che a 5 anni dalla legge non c'era stato il boom di 100.000 matrimoni previsto dalle associazioni ma si è fermato a 16.000, circa il 2% del totale dei matrimoni.
Di fronte a tutto questo e prima ancora di questioni morali o giuridiche (che andrebbero comunque sollevate) viene da domandarsi: è bene per l'Europa porsi il problema delle nozze gay o sarebbe meglio dedicarsi anzitutto alla questione del matrimonio e al suo contributo innegabile per il benessere della società?