
Pio XII continua a far parlare. A fronte di una “leggenda nera” che condiziona ancora alcuni giudizi e commenti, la storiografia sta pian piano producendo documentazione sulla realtà dei fatti, presentando testimonianze e dati che dimostrano come il papa fece tutto il possibile di fronte al dramma della persecuzione antiebraica. Ne parla un recente libro di Giovanni Maria Vian e Paolo Mieli, mettendo in luce tra l’altro come da Pio XII ci fu una risposta maggiore rispetto a quella dei leader delle grandi potenze antitedesche.
Di fronte al dato storico dell’aiuto che molti cristiani prestarono agli ebrei durante la persecuzione a Roma, si è anche insinuato che fossero soltanto iniziative personali, senza un coinvolgimento attivo del pontefice. Ma continuano a sommarsi testimonianze che sostengono il contrario, come quella riportata da Marco Tosatti de La Stampa nel suo blog. Esistono altre testimonianze che mostrano l'impegno del Papa per nascondere ebrei, ad esempio la nota estratta dal Memoriale delle Religiose Agostiniane del Monastero dei Santissimi Quattro Coronati di Roma del novembre 1943 che riporta le esplicite disposizioni del papa affinché fossero salvati gli ebrei a Roma, e la testimonianza del Nunzio ad Haiti a cui il Pio XII chiese all'epoca di far espatriare nella Repubblica Domenicana 11.000 ebrei. (Altro materiale sull'argomento è stato pubblicato nel dossier Pio XII).
Più ci si accosta ai documenti, più l'idea di Pio XII come “il papa di Hitler” appare una caricatura, fomentata ad hoc per rafforzare l'impressione di una connivenza tra i cattolici e il nazismo che aleggia nell'opinione pubblica. Impressione senza alcun fondamento storico. Può essere interessante a tal proposito dare un’occhiata alle cartine della Germania del 1932-33 (quando Hitler vinse le elezioni e andò al potere) che mettono a confronto la percentuale di consensi al partito nazista nel territorio tedesco con la percentuale di cattolici. Il colpo d’occhio è significativo: nelle regioni cattoliche il nazismo aveva scarso seguito.
Stefano Grossi Gondi
15 giugno 2009