
La dichiarazione dell'eroicità delle virtù di Pio XII non comprometterà né il rapporto con gli ebrei né il dibattito storico. L'intera carriera di Ratzinger toglie qualsiasi dubbio sulla sua totale convinzione dell'importanza del dialogo con il popolo d'Israele. A questo proposito è illuminante rileggere un articolo che scrisse ancora cardinale nel 2000 in cui sostenne che l'amicizia tra ebrei e cristiani non è un accessorio ma ha un fondamento teologico. Inoltre i rapporti della Chiesa cattolica con l'ebraismo sono solidi e dottrinalmente molto chiari (vedere il dossier Chiesa e ebraismo)
Inoltre bisogna considerare che si è giunti a questo passo dopo un lungo percorso di studi, di ricerche e riflessione e che lo stesso Papa Ratzinger ha chiesto un ulteriore approfondimento nell'ultimo anno. Come ha spiegato benePadre Lombardi nella nota rilasciata nei giorni scorsi, la dichiarazione dell'eroicità delle virtù di Pio XII è accompagnata da un'idagine storica approfondita e vuole mostrare che Eugenio Pacelli visse la sua vita da cristiano autentico. E' un gesto che non comprometterà affatto il dibattito degli storici sulle scelte concrete compiute da Pio XII nella situazione in cui si trovava.
Tra l'altro, a mano a mano che passano gli anni e che si aggiungono nuovi studi e documenti (vedere il dossier Pio XII) la leggenda nera va sempre più stemperandosi, restituendo un'immagine assai più realistica di un Pontefice intento ad affrontare uno dei periodi più difficili della storia contemporanea.
Il problema allora non è tanto la dichiarazione dell'eroicità delle virtù di Papa Pacelli, quanto certi toni mediatici abituati a ridurre tutto a uno scontro tra fazioni. La fiducia nella verità mostrata dalla Chiesa nell'affrontare la questione, non può che essere di stimolo per una ricerca storica serena e libera da pregiudizi.