La doppia morale dell'America

di Navarro Valls, La Repubblica, 6 novembre 2006
Offriamo alcuni spunti dell’articolo, riportando di seguito anche il link all’articolo completo:

“La questione della pace non può essere considerata un tema secondario dal punto di vista dei valori. Non è possibile ritenere che vi siano istanze etiche che giustifichino interventi militari che producono morte e distruzione di vite umane tranne che in circostanze molto precise contenute nello stesso ethos. Queste circostanze non concorrevano nel momento di decidere l'inizio di quella guerra e il divenire del conflitto lo ha posto ulteriormente in chiara evidenza. La pace è il fondamento e il fine a cui deve tendere una politica autenticamente attenta al diritto. E non può essere sacrificata a altre regole o interessi.

Un ethos è autenticamente tale, però, quando riesce a conformare una visione intera della vita, altrimenti perde ogni credibilità. Un ethos asimmetrico, settoriale, manca di razionalità. Una visione etica settorializzata, fatta a macchie di leopardo, assomiglia ad una persona che dice la verità solo ogni tanto e vuole essere creduta sempre. Non si può utilizzare un valore etico contro un altro, allo stesso modo in cui non si può distruggere la vita per difendere la vita

Si può giustificare moralmente la guerra e, dalla stessa posizione etica, avere un programma di tutela della vita oppure sostenere la stabilità della famiglia? Penso che questo sia il vero grande quesito da risolvere.

L'ethos che muove verso la guerra dovrebbe essere lo stesso ethos che muove verso la ricerca della pace, e quello di chi difende la vita dovrebbe essere lo stesso di chi difende il diritto alla vita di malati inguaribili.

Cercare la prospettiva del bene di tutti e del tutto si rivela, alla fine, sempre un percorso difficile, ma anche l'unico valido veramente, proprio perché, come sosteneva Pieper, il tutto non è mai soltanto la somma delle parti.”