In questi giorni si leggono molti bilanci del pontificato di Benedetto XVI. Alcuni parlano di un Papa debole che non ha saputo risolvere molti problemi della Chiesa. Qui proviamo a ricordare alcune delle azioni del Papa dimissionario, senza pretendere di essere esaustivi
Lo scandalo della pedofilia
- Già nella Pasqua del 2005, durante la via Crucis, il Card. Ratzinger aveva denunciato “la sporcizia che c’è nella Chiesa”.
- Il 17 aprile 2008, durante il viaggio negli Stati Uniti, volle incontrare le vittime dei preti pedofili. Incontri simili ebbe con le vittime in Australia (2008), a Malta (2010), in Inghilterra (2010).
- Nella Lettera agli irlandesi (l’Irlanda è il paese in cui si è verificato il più alto numero di casi) ha scritto: «Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che molti di voi hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati... Da parte mia, considerando la gravità di queste colpe e la risposta spesso inadeguata ad esse riservata da parte delle autorità ecclesiastiche nel vostro Paese, ho deciso di scrivere questa Lettera Pastorale per esprimere la mia vicinanza a voi, e per proporvi un cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione».
- Il 15 luglio 2010 Benedetto XVI approvava alcune modifiche alle norme del documento De delictis gravioribus contro la pedofilia, con le quali rendeva più efficaci le procedure giudiziarie per i casi di abuso e sottolineava l’importanza di “dare sempre seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte".
- Il 16 maggio 2011 è stata pubblicata una Lettera Circolare che dava Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici, evidenziando che il Vescovo diocesano ha il dovere di dare una risposta adeguata ai casi eventuali di abuso sessuale su minori.
Per ulteriori dati su tutta la questione vedi qui.
A proposito di governo
Un dato interessante è il numero di vescovi dimissionari durante il pontificato di Benedetto XVI, nonostante non se ne sia parlato molto, Vatican Insider ha segnalato che dall’aprile del 2005 a oggi sono stati allontanati dal Papa, attraverso le modalità previste, 77 vescovi considerati poco adeguati.
Trasparenza finanziaria
Quando esplose la polemica sulla mancata trasparenza finanziaria dello Stato Vaticano, il 30 dicembre 2010 Benedetto XVI ha promulgato la legge 127 che ha sottoposto tutti al "rispetto degli obblighi di prevenzione in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo", ha costituito l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF), incaricata di effettuare controlli sul rispetto degli obblighi previsti e stabilire, in caso di violazione, sanzioni amministrative pecuniarie e altre misure volte a garantire trasparenza. Dopo solo un anno, il 25 gennaio 2012, su richiesta dei Commissari Moneyval la Santa Sede ha rimesso mano alla legge 127 apportando modifiche. Nel luglio 2012 il Moneyval ha valutato positivamente 9 delle 16 raccomandazioni europee contro il riciclaggio, realizzate dal Vaticano, una promozione anche se con riserva.
- Il 25 gennaio 2012 la Santa Sede ha ratificato tre trattati internazionali: ha aderito alla Convenzione Internazionale per la repressione del finanziamento al terrorismo (ONU, New York 1999) e alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale (Palermo 2000), e ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico illecito dei narcotici e delle sostanze psicotrope (Vienna 1988), che aveva già firmato nello stesso anno in cui venne adottata (come si legge nel comunicato distribuito dalla Sala Stampa della Santa Sede).
Di questo tema abbiamo già parlato qui.
La questione dei lefebvriani
Il 21 gennaio 2009 Benedetto XVI ha firmato un decreto con cui revocava la scomunica a Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta, i quattro sacerdoti “tradizionalisti” che nel 1988 furono ordinati vescovi, con gesto intrinsecamente scismatico, da mons. Marcel Lefebvre (1905-1991), fondatore e superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Ritirando la scomunica il Papa ha iniziato un tentativo coraggioso di sanare una ferita grave che da tempo affligge la Chiesa Cattolica. Il pontefice ha infatti annullato la più grave condanna che possa colpire un cattolico. Il Papa presentò un preambolo dottrinale con una proposta per il ritorno della Fraternità sacerdotale di San Pio X alla Chiesa cattolica.
In quel frangente esplose il caso Williamson, uno dei 4 vescovi lefebvriani riabilitati, che in un’intervista aveva negato l’esistenza delle camere a gas e la morte di milioni di ebrei, caso che sollevò un’ondata di critiche sulla Chiesa cattolica dal mondo ebraico e non solo. Allora Benedetto XVI scrisse una coraggiosa lettera per chiarire i fatti e ribadire l’assoluta solidarietà tra il mondo ebraico e la Chiesa.
Dopo ulteriori passaggi non si è ancora arrivati a una soluzione definitiva, perché la Fraternità Sacerdotale di San Pio X non ha ancora risposto all'ultima proposta presentata dalla Santa Sede il 20 gennaio 2013.
Il ritorno degli anglicani
Il 4 novembre 2009 Benedetto XVI ha firmato la storica Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus con la quale permetteva di accogliere nella Chiesa cattolica gli anglicani che, trovandosi in posizioni ormai lontane dalla Chiesa di Inghilterra, volessero tornare alla comunione con Roma. I gruppi di anglicani potevano mantenere le loro peculiarità liturgiche e i loro pastori anglicani sposati, che – rimanendo sposati – sarebbero stati ordinati come sacerdoti cattolici, anche se solo i celibi sarebbero potuti diventare vescovi. Dal 2009 a oggi sono stati eretti tre ordinariati personali: l'Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham per il territorio della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, l'Ordinariato personale della cattedra di San Pietro per il territorio degli Stati Uniti e l'Ordinariato personale di Nostra Signora della Croce del Sud per il territorio dell'Australia.
Dialogo con altre religioni e atei
- Papa Ratzinger ha sempre suscitato ammirazione e stima in esponenti di altre religioni e in intellettuali laici di varia estrazione politica. Un caso significativo è quello del manifesto di quelli che si sono chiamati “marxisti ratzingeriani” che indicava ai politici un confronto speciale su due temi cari al Papa: il rifiuto del “relativismo etico” e il concetto di “valori non negoziabili”
- Con il mondo ebraico ha sempre mantenuto un rapporto di grande fiducia, come dimostrano le dichiarazioni di molti rabbini di tutto il mondo (vedi per esempio qui), il viaggio in Israele nel maggio 2009, o la visita alla sinagoga di Roma nel 2010.
- I contatti con la comunità islamica sono stati cordiali nel corso degli anni, fin dalla storica visita alla Moschea Blu durante il viaggio a Istanbul nel novembre 2006, o durante il viaggio in Terra Santa del 2009.
Rivitalizzazione della fede
Molti hanno detto che Benedetto XVI non è stato capace di parlare ai giovani come ha fatto Giovanni Paolo II. In realtà l’ultima Giornata mondiale della gioventù, nell’agosto del 2011, ha mostrato il contrario. In quella occasione, come ha notato Magister, l'età media dei persenti era molto bassa, circa 22 anni: questo significa che molti di essi vi partecipavano per la prima volta e che quindi il loro Papa è Benedetto XVI, non Giovanni Paolo II, che hanno conosciuto solo da bambini. A questi giovani pieni di domande un Papa come Benedetto XVI ha offerto risposte semplici eppure potentemente impegnative e attrattive.
Un altro dato interessante è il numero dei fedeli presenti alle udienze del mercoledì che nel corso degli anni è andato aumentando, superando il numero di partecipanti alle udienze di Giovanni Paolo II.