Ebrei, musulmani, cristiani. Ultime notizie dal cantiere del dialogo

di Sandro Magister, www.espresso.repubblica.it, 25.4.08

Un ebreo curerà le pubbliche relazioni di una comunità islamica francese
La proposta di incontri tra musulmani, cristiani ed ebrei lanciata un mese fa dal re dell'Arabia Saudita, Abdullah, ha avuto un sorprendente seguito pratico in Francia. L'imam Hassan Chalghoumi, capo della comunità islamica di Drancy, nel dipartimento della Seine-Saint-Denis, poco fuori Parigi, ha scelto come incaricato delle relazioni esterne un ebreo, Bernard Koch, tra i fondatori della "Amitié judéo-musulmane de France". La nomina è avvenuta nella moschea di Drancy alla presenza di altri esponenti dell'ebraismo francese. "L'Osservatore Romano" del 23 aprile ha dato alla notizia un forte rilievo.

Un documento per l'amicizia tra ebrei e musulmani
Inoltre, il teologo musulmano Aref Ali Nayed – firma di spicco della famosa lettera indirizzata a Benedetto XVI e ad altri leader cristiani da 138 personalità islamiche – ha annunciato in un'intervista al mensile italiano "Jesus" di aprile: "Stiamo lavorando a un documento indirizzato ai nostri fratelli e sorelle ebree. Vorremmo produrre un testo significativo dal punto di vista sia teologico che spirituale, che possa aiutare a sanare le relazioni tra le nostre due comunità che, in un passato non lontano, prosperarono e soffrirono insieme, come sotto l'inquisizione spagnola".

Dopo la Chiesa cattolica anche le chiese protestanti rispondono ai 138 saggi musulmani
Quanto al dialogo con i cristiani, alla lettera dei 138 musulmani sono arrivate altre due risposte autorevoli, dopo quella della Chiesa di Roma. La prima è venuta il 20 marzo dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, l'organismo ecumenico con sede a Ginevra che raduna 349 Chiese e denominazioni cristiane di 110 paesi, ortodosse e protestanti. Alle lettera dei 138 musulmani dal titolo "Una parola comune tra noi e voi", il CEC ha risposto con un documento intitolato: "Imparare a esplorare l'amore insieme". Il documento sollecita la creazione di un gruppo misto al fine di "organizzare una serie di consultazioni tra leader, studiosi e fedeli musulmani e cristiani che rifletteranno su punti di comprensione reciproca, lavoreranno su una piattaforma teologica ed etica per future iniziative comuni e stabiliranno nuovi mezzi per esplorare ulteriormente le questioni di fede e di vita in entrambi i contesti".

La risposta degli ortodossi
La seconda risposta è arrivata a metà aprile dal patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II. Il patriarca premette che il dialogo interreligioso deve rispettare l’identità di ciascun interlocutore, evitando che si arrivi a un pericoloso sincretismo. E indica due piani su cui costruire un dialogo fruttuoso: “a livello dottrinale su importanti questioni quali Dio, l’uomo, il mondo”; a livello più pratico su “la difesa del ruolo della religione nella vita sociale, il contrasto a xenofobia e intolleranza, la promozione di iniziative comuni di pace”. Tra le sfide da affrontare insieme, musulmani e cristiani, Alessio II mette al primo posto “la visione del mondo anti-religiosa, la quale tende a subordinare ogni sfera della vita sociale e ad instaurare una nuova morale, contraria a quella tradizionale delle religioni”.

Incontro tra cattolici e musulmani in Bangladesh
Inoltre si è tenuto a Dhaka, nel Bangladesh, il 18 aprile, un incontro tra esponenti delle due religioni dal titolo: "Una comune chiamata: musulmani e cristiani". L'incontro ha preso in esame la lettera dei 138 e il messaggio di risposta della Chiesa di Roma. Ed è stato promosso dal professor Kazi Nurul islam, docente all'università di Dhaka, con la collaborazione della conferenza episcopale dei vescovi cattolici del Bangladesh. Il professor islam ha creato e dirige, in università, un dipartimento dedicato alle religioni mondiali, nel quale le principali religioni hanno docenti che professano la stessa fede da essi insegnata. Un sacerdote cattolico laureato in teologia insegna il cristianesimo, e lo stesso vale per l’islam, l’induismo, il buddismo e l’ebraismo: unico esempio del genere, nel mondo musulmano. (...)

Cattolici e protestanti in Ungheria per dialogare con i musulmani
Infine, un comitato congiunto cattolico-protestante del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa, CCEE, e della Conferenza delle Chiese Europee, KEK, ha tenuto dal 17 al 20 aprile in Ungheria, a Esztergom, un incontro con esponenti musulmani al fine di preparare una conferenza cristiano-musulmana europea, che si terrà a Malines-Bruxelles dal 20 al 23 ottobre 2008, sul tema: "Essere cittadini europei e credenti. Cristiani e musulmani come partner attivi nelle società europee"

Cristiani e musulmani per l’Europa
La conferenza di Malines-Bruxelles si aprirà con la presentazione della visione cristiana e di quella musulmana sul tema. In seguito i partecipanti lavoreranno in forma seminariale sui seguenti punti:
– il ruolo delle religioni nella società secolare;
– la religione tra istituzione e fede personale;
– come i cristiani e i musulmani si vedono gli uni gli altri; come promuovere il rispetto e la comprensione reciproca attraverso l'educazione;
– costruire ponti; le sfide davanti alle quali si trovano le nostre comunità.

Due documenti in preparazione
Nell'incontro preparatorio di Esztergom – ospitato dal cardinale Péter Erdö, primate d'Ungheria e presidente del CCEE – si sono anche discussi due documenti in fase di elaborazione: il primo sui fenomeni di violenza nel nome della religione; il secondo sulle conseguenze della presenza musulmana sulla vita delle Chiesa in Europa e sulla formazione del clero e delle guide pastorali. Si prevede che questi documenti saranno resi pubblici all'inizio del 2009.

In programma quattro seminari. Il primo sul secolarismo e la modernità
In più, quattro seminari su "Islam , cristianesimo ed Europa" – anch'essi promossi dal CCEE e dalla KEK, assieme alla Konrad Adenauer Stiftung e ad esponenti musulmani – sono nell'agenda del Parlamento Europeo. Il primo si è svolto a Bruxelles il 17 aprile. Vi ha preso la parola, tra gli altri, l'imam Tareq Oubrou, rettore della moschea al-Houda di Bordeaux. Egli ha detto che il cristianesimo può insegnare molto su secolarismo e modernità ai musulmani, i quali dovrebbero fare affidamento sull'esperienza dei cristiani al riguardo. Tra gli interlocutori cristiani è intervenuto padre Ignace Berten, domenicano, fondatore dell'associazione “Espaces” di Bruxelles. Ha rimarcato che il cristianesimo ha il vantaggio d'aver saputo interpretare i suoi testi religiosi nel loro contesto storico, arrivando così a distinguere tra quella che è la fede di fondo e ciò che è collegato alla cultura: distinzione che i musulmani hanno difficoltà a fare. Il secondo dei quattro seminari si terrà il 29 maggio. Gli altri due entro l'anno.