
Negli ultimi 15 anni quasi 3 milioni di ragazzi italiani iscritti alle scuole superiori statali non hanno completato il corso di studi. Rappresentano il 31,9% dei circa 9 milioni di studenti che hanno iniziato in questi tre lustri le superiori nella scuola statale, e di questi è come se l’intera popolazione scolastica di Piemonte, Lombardia e Veneto non ce l’abbia fatta. Praticamente uno su tre si è “disperso”, come si dice nel gergo sociologico. E dispersione fa rima con disoccupazione. Li ritroviamo infatti quasi tutti, questi ragazzi, tra i Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni (proprio 15 classi di età) che non studiano, non lavorano, non fanno formazione o apprendistato. L’Istat li valuta in 2,2 milioni, pari al 23,9% di quelle classi di età.
È quanto emerge dai dati del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca elaborati nel dossier Dispersione di Tuttoscuola. Un dato che in alcune regioni, come le isole, arriva a quota 35–36 per cento.
Un fenomeno nazionale, che unisce nord e sud passando per il centro e le isole. Si passa da regioni più virtuose come l’Umbria e le Marche dove circa l’80 per cento degli studenti termina il quinquennio, a regioni come la Sicilia, la Sardegna e la Campania dove il dato arriva a poco più del 60 per cento. Un problema che colpisce anche le regioni settentrionali, dove la quota più allarmante si registra in Lombardia, con il 29,8 per cento, seguita dalla Toscana con il 28,4 per cento di ragazzi persi per strada prima del quinto anno.
Per la prima volta la dispersione scolastica negli istituti statali d’istruzione secondaria superiore, misurata come differenza tra il numero di iscritti all’ultimo anno (2013-14) e gli iscritti al primo anno di cinque anni prima (2009-10), scende sotto le 170mila unità di studenti “dispersi” (esattamente 167.083, l’equivalente dell’intera popolazione scolastica in Piemonte, Lombardia e Veneto al primo anno delle superiori); una dispersione pari al 27,9%. L’anno scorso, sempre secondo la comparazione quinquennale, erano stati oltre 12 mila di più, per una percentuale complessiva pari al 29,7%. Si tratta di un’emorragia drammatica che indebolisce il sistema Italia da decenni. Tuttoscuola ha calcolato quanti studenti hanno abbandonato la scuola secondaria superiore negli ultimi 15 anni. Si tratta di un numero impressionante: quasi 2 milioni e 900mila ragazzi.
Una distribuzione a macchia di leopardo che ridimensiona il divario tra mezzogiorno e resto d’Italia. Se infatti Caltanissetta spicca in negativo, al meridione appartiene anche la provincia che presenta il tasso di dispersione più basso: Benevento, con il 14 per cento di dispersi prima di finire le superiori. Allo stesso tempo, tra le province con il più alto tasso di abbandono ne compaiono alcune del centronord come Prato (38,5 per cento) e Asti (36,3 per cento).
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