Cardinali e abusi: le contraddizioni degli accusatori

di Alessandro Cristofari, 11 marzo 2013

In questi giorni si è sentito parlare di accuse fatte a cardinali che avrebbero coperto preti pedofili. Attiva portatrice di queste accuse è stata soprattutto l’organizzazione americana SNAP (Survivors Network of Those Abused by Priests, “Rete di Sopravvissuti Abusati da Preti”). In un interessante articolo de “La nuova bussola quotidiana” Massimo Introvigne ha messo in evidenza alcune forti contraddizioni di questa organizzazione.

La SNAP nel 2011 è stata accusata di avere pubblicato notizie e documenti coperti da segreto istruttorio. Durante il processo il suo direttore, David Clohessy, ha ammesso di aver reso pubbliche informazioni false su casi di pedofilia nei quali erano coinvolti preti. (Ne abbiamo parlato qui). 

Quanto alle sue risorse, la SNAP ha un patrimonio di tre milioni di dollari all'anno. Nell’anno di cui ha reso pubblico il bilancio, il 2007, la SNAP ha speso 593 dollari per il “sostegno ai sopravvissuti” e 92.000 dollari in spese di viaggio dei dirigenti.

I dirigenti della SNAP dichiarano di non avere né una sede dove assistere le vittime (“Incontriamo le persone dove si sentono a loro agio, negli Starbucks), né di avere alcuna licenza come psicologi per questo tipo di assistenza.

Quanto ai criteri per stabilire l’attendibilità delle accuse, il direttore della SNAP afferma che se c’è più di un accusatore, la denuncia va presa sul serio.

E’ interessante notare che anche grazie alle efficaci misure della Chiesa Americana contro la pedofilia, la SNAP sta perdendo colpi. Le donazioni sono scese e le finanze, secondo una mail mandata ai sostenitori, “sono a malapena sufficienti a pagare le spese”.