
Una delle preoccupazioni principali dei cittadini della penisola resta quella di rimanere vittima di reati violenti. Nonostante infatti siano diminuiti gli omicidi in Italia, questa percezione negativa non accenna a cambiare.
Questo fatto presentato nel nostro articolo, trova conferma nel “1° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia” pubblicato recentemente dal Censis. Secondo la fotografia offerta dall’istituto di ricerca, sempre più persone richiedono il porto d’armi e sempre più persone vorrebbero che l’iter per ottenerlo possa diventare più semplice.
I reati calano, ma cresce l’insicurezza
Nonostante i dati mostrino che i reati denunciati siano in costante calo dal 2008 (a oggi 17,6% in meno, di cui 10,2% solo nell’ultimo anno), 19 milioni di italiani (il 31,9% del totale delle famiglie) ritengono che la criminalità rappresenti uno dei rischi principali per la propria sicurezza.
Infatti in media per i cittadini la criminalità occupa il quarto posto nella scala dei problemi più gravi del Paese.
Più insicurezza, più armi
A questi dati riguardanti i livello di sicurezza percepita si possono accostare altri dati: un primo rivela come in due anni sia cambiata di molto l’opinione riguardo il possesso di armi. Il 39% degli italiani, infatti, (il 13% in più rispetto al 2015) ritiene che le procedure per ottenere il porto d’armi debbano essere snellite per rendere più immediato l’accesso ai mezzi di difesa personale.
Un altro è quello che riguarda l’aumento delle licenze per porto d’armi ottenuti nel triennio 2014-2017. Nell’ultimo anno analizzato, infatti, le licenze sono state 1.398.920, ovvero il 20,5% in più rispetto al 2014. Come osserva il Censis, solo una piccola parte delle licenze (1,3%) è oggi assegnata per difesa personale, mentre la gran parte – soprattutto delle nuove – è stato richiesto per la caccia o per uso sportivo. Allo stesso tempo però, nota l’istituto di ricerca, a fronte di aumento di oltre 200.000 tiratori negli ultimi tre anni, non è ugualmente aumentato il numero di atleti tesserati.
Viene scritto nel rapporto:
“Difficile non mettere in relazione questo aumento della voglia di sparare anche con la diffusione della paura e con la tranquillità apparente che può derivare dal saper maneggiare un’arma da fuoco”.
Italiani armati? Ecco i rischi
Quali sarebbero i rischi se il numero di possessori di armi in Italia aumentasse ancora? Il Censis si affida ai dati che il Gallup e il Pew Research Center hanno raccolto negli Stati Uniti. Secondo i due centri ricerca il 42% delle famiglie americane (in tutto 53 milioni) possiede un’arma nella propria abitazione. Cosa che esporrebbe circa 137 milioni di cittadini USA all’uso o all’essere vittime di un’arma da fuoco.
Qui la maggiore facilità di ottenere un’arma da fuoco ha portato nel 2016 a 14.415 omicidi volontari con arma da fuoco, pari a 4,5 ogni 100.000 abitanti, contro i 150 avvenuti in Italia, dove le leggi sono più restrittive, pari a 0,2 per 100.000 residenti. Fatto che invece potrebbe cambiare decisamente se assistessimo ad un allentamento delle regole: le famiglie in possesso di armi potrebbero salire a 10,9 milioni e verrebbero così esposti a rischio fino 25 milioni di italiani.
Potremmo assistere dunque a un aumento consistente degli omicidi: potremmo salire a 2.700 ogni anno, contro i 150 attuali, per un totale di 2.550 morti in più.
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